Terra Santa: p. Patton (custode) “chi odia manda cattivo odore”

Betania (Foto Cts)

“Il cattivo odore della morte è qualcosa di repellente; è qualcosa che istintivamente ci allontana perché noi sentiamo e sappiamo di essere fatti per la vita. Tutto ciò che ha a che fare con la morte emana cattivo odore, non solo i cadaveri deposti in un sepolcro o ammassati in fosse comuni o abbandonati sotto le macerie di edifici crollati sotto i colpi dei bombardamenti. Anche chi odia manda cattivo odore, lo percepiamo col nostro olfatto, così come manda cattivo odore chi ha paura. Mandano cattivo odore le armi, mandano cattivo odore perfino le parole violente e rancorose”. Lo ha detto il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, celebrando ieri a Betania, luogo biblico dove vissero Lazzaro, Marta e Maria, il Lunedì Santo, compiendo il tradizionale pellegrinaggio nel corso del quale sono stati benedetti gli unguenti profumati che saranno usati il Venerdì Santo nel corso della processione funebre nelle parrocchie di Gerusalemme e al Santo Sepolcro, rievocazione della deposizione e sepoltura di Gesù. “Per contrasto – ha spiegato il custode commentando il brano della resurrezione di Lazzaro – scopriamo che l’olfatto di Gesù gradisce il profumo, un profumo che è esaltazione della vita, dell’amicizia e dell’amore. Il profumo col quale Maria unge i piedi di Gesù è infatti un segno di amore e l’amore autentico è sempre apprezzamento del dono della vita e promozione della vita. Il profumo col quale Maria unge i piedi di Gesù è profezia del fatto che la vita e l’amore sono più forti della morte. È profezia di risurrezione ed è una professione di fede nel fatto che la morte non avrà l’ultima parola sulla persona che lei ama, sulla persona di Gesù. Il suo non è un unguento che copre l’odore della morte, ma un unguento che anticipa il profumo della risurrezione”. “Oggi chiediamo che questa profezia illumini il presente nel quale ci troviamo, che è un presente nel quale, purtroppo, l’odore della morte, dell’odio e del rancore è talmente forte da intossicarci non solo i polmoni ma perfino il cuore e l’anima. Oggi chiediamo per noi di non cedere ai calcoli economici, che nel povero Giuda porteranno a una fine tragica, ma nel mondo in cui viviamo portano a fare tutto per il profitto e a muovere enormi risorse economiche per distruggere la vita e le persone (pensiamo alle guerre in corso e ai loro costi) anziché per promuovere la vita e permettere alle persone del nostro tempo di vivere con dignità. Oggi chiediamo che le nostre narici si impregnino di profumo, del profumo della vita, del profumo dell’amicizia e dell’amore gratuito, del profumo che è profezia non solo della risurrezione di Gesù ma anche della nostra”.

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