Povertà: Manfredonia (Acli), “numeri inaccettabili, necessario uno strumento universalistico e misure per contrastare il lavoro povero”

“Due milioni e 234mila famiglie in povertà per un totale di 5,7 milioni di persone non sono dei numeri accettabili”. Lo ha dichiarato il presidente nazionale delle Acli, Emiliano Manfredonia, commentando le stime preliminari sulla povertà assoluta per l’anno 2023 diffuse dall’Istat. “La situazione è davvero molto grave e chiediamo al Governo di intervenire urgentemente con una seria politica di contrasto alla povertà. Finora la direzione sembra quella esattamente opposta: le due misure pensate per sostituire il Reddito di cittadinanza sono un sostanziale fallimento. Assegno di inclusione e Supporto alla formazione e lavoro, dai pochi dati forniti al ministero del Lavoro e delle politiche sociali, raggiungono rispettivamente 550mila persone (contro oltre un milione e 200mila del Rdc) e solo 24mila percettori della misura che dovrebbe accompagnare persone in età compresa tra 18 e 60 anni, alla formazione e al lavoro”. “Per quanto tempo il Governo resterà sordo e muto dinnanzi a una situazione che già oggi pregiudica la vita di milioni di adulti e quella di 1,3 milioni di minori?”, domanda il presidente nazionale delle Acli, secondo cui “per evitare che la situazione precipiti bisogna ripensare uno strumento di contrasto alla povertà universalistico e con criteri di accesso diversi da quelli introdotti dalla riforma, per poter coprire almeno una parte di quei poveri che continuano ad aumentare”. “E poi – ammonisce – non ci si può più girare dall’altra parte: il lavoro povero è una piaga del nostro tempo, bisogna contrastarlo in tutti i modi, investendo sulla formazione sì, ma accompagnandola con la lotta ai contratti pirata, alle finte partita iva e a tutte quelle forme di sfruttamento a cui, purtroppo, ci stiamo abituando”.

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