Diocesi: mons. Muser (Bolzano-Bressanone), “nel mondo del carcere convivano istanze di giustizia e sicurezza con percorsi di recupero e reinserimento delle persone”

(Foto: diocesi di Bolzano-Bressanone)

Anche quest’anno il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, ha voluto incontrare i detenuti, il personale e i volontari del carcere di Bolzano per lo scambio degli auguri di Pasqua. Durante la liturgia nella cappella della struttura di via Dante, rivolgendosi ai detenuti il presule ha ricordato la necessità di assumersi la responsabilità di scelte sbagliate, “ma nonostante tutto nessuno di voi deve perdere la propria dignità. Con il suo perdono Dio vuole aiutarvi a cambiare la vostra vita”. Il vescovo ha invitato i reclusi “a credere nella possibilità del pentimento e della conversione, a credere in un Dio che non vi esclude, che non vi dimentica, che sta dalla vostra parte. E chiedete perdono a tutti coloro che avete tradito, ingannato, calpestato”.
Mons. Muser ha poi sottolineato che “il mondo del carcere è una realtà complessa, in cui devono convivere le istanze della giustizia e della sicurezza della società con l’impegno a percorsi di recupero e reinserimento delle persone”. Pertanto, oltre al suo grazie a quanti nella casa circondariale si adoperano ogni giorno in condizioni difficili, il vescovo ha voluto rinnovare l’appello che aveva fatto nella visita natalizia: “Non è più rinviabile la costruzione del nuovo carcere di Bolzano, di cui si parla ormai da tanti anni. La nuova struttura deve essere una priorità, poiché quella attuale da tempo non è all’altezza delle esigenze. Chi ha sbagliato ha il diritto di espiare la sua pena in condizioni dignitose, e anche agli operatori bisogna garantire un ambiente di lavoro altrettanto dignitoso”. Attualmente sono 117 i detenuti a Bolzano, in una struttura con una capienza di 88.
A tutti i presenti, “anche a quelli che non sono cristiani ma che condividono con noi la fede in un Dio della vita e della misericordia, auguro una buona e santa Pasqua, piena di speranza e di misericordia”, ha concluso il presule nella liturgia animata dal coro “Comunione e liberazione” dell’Alto Adige.
Il direttore della casa circondariale, Giovangiuseppe Monti, ha ricordato che in periodi come quello pasquale la detenzione pesa ancora di più, “ma allo stesso tempo la Pasqua porta anche il messaggio della speranza, una speranza che offre raggi di luce anche a coloro che sono rinchiusi”. Alla cerimonia hanno partecipato il commissario di Governo Vito Cusumano, il presidente del Tribunale di sorveglianza Claudio Gottardi, la direttrice della Caritas diocesana Beatrix Mairhofer e il vicario generale Eugen Runggaldier, oltre a vari rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine.

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