Droga: Cnca, venerdì un incontro per pensare il futuro delle comunità terapeutiche per tossicodipendenti

Il Cnca invita tutti i principali attori del sistema di intervento per le dipendenze a partecipare a un incontro che si terrà a Roma, nella Sala convegni Liberta, in via Stamira 5, il 29 marzo, dal titolo “Comunità e territorio. Innovazione ed evoluzione del sistema delle comunità residenziali per le dipendenze del Cnca”. Rappresentanti dei soggetti pubblici e del Terzo settore si confronteranno su cosa sono oggi le comunità terapeutiche per le persone tossicodipendenti e quali sono le prospettive per il futuro.
In tale occasione il Cnca presenterà un proprio documento in cui verrà illustrata la visione delle comunità terapeutiche proposta dalla Federazione a tutti gli attori del sistema dei servizi. Per il Cnca “le comunità terapeutiche devono strutturarsi sempre più per assicurare non solo la cura dei sintomi sanitari, ma la maggiore inclusione sociale possibile, rafforzando la capacità delle persone accolte di avere un ruolo sociale attivo e soddisfacente. Una presa in carico di tutti i bisogni della persona che può essere perseguita solo se la comunità terapeutica opera in modo integrato con altri attori della comunità locale ­– servizi sociali e sanitari, Comuni, associazioni, imprese ­– nell’ottica di una responsabilità sociale diffusa che parte dal coinvolgimento della persona accolta e si estende alla comunità territoriale di riferimento, per comporre un percorso che comprenda aspetti sanitari e sociali, di cura e di partecipazione attiva alla vita sociale, attraverso la disponibilità di un alloggio e l’inserimento socio-lavorativo o la salvaguardia del posto di lavoro quando presente”.
Il Cnca ha promosso una rilevazione sulle comunità terapeutiche per persone affette da dipendenza da sostanze della propria rete. Hanno risposto 60 organizzazioni socie di 15 regioni. I dati si riferiscono al 31 dicembre 2023.
Il numero più alto di organizzazioni che hanno risposto si registra in Piemonte (10), Toscana (9), Lombardia (8), Emilia Romagna (8) e Lazio (5).
Le strutture terapeutiche residenziali risultano essere 151, di cui 34 in Lombardia, 28 in Piemonte, 25 in Emilia Romagna e 19 in Toscana. Se le suddividiamo per tipologia di struttura o servizio (in una stessa struttura può essere presente anche un servizio specializzato di altro tipo), 105 sono di tipo terapeutico-riabilitativo, 19 pedagogico-riabilitativo, 28 dedicate a pazienti con “doppia diagnosi” (tossicodipendenza e disturbo psichiatrico), 22 dedicate a genitori con figli minori o a madri in stato di gravidanza. Il totale delle persone accolte è di 1.773. Di questi ben 390 provengono dal carcere, usufruendo di una misura alternativa alla detenzione.
Le comunità terapeutiche semi-residenziali sono invece 45, e offrono servizi a 603 persone.
La ricettività massima delle diverse strutture residenziali è, nel 59,41% dei casi, fino a 15 persone accolte; nel 39,41% da 16 a 30 persone; solo nell’1,18% delle strutture sopra le 30 persone. A conferma dell’approccio che la Federazione propone, in questo come in altri ambiti, di limitare il numero delle persone accolte nelle strutture residenziali per poter attuare con loro un vero percorso individualizzato e di risposta ai loro molteplici bisogni.
Infine, molte delle organizzazioni che gestiscono comunità terapeutiche promuovono altri tipi di servizi per le persone tossicodipendenti o che usano droghe, come unità mobili, drop in, servizi all’interno del carcere, servizi ambulatoriali, supporto abitativo, pronta accoglienza, centri diurni.

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