Sacerdoti: Acli, “vivo dolore per la scomparsa di don Nicolini”

Con “vivo dolore” le Acli hanno appreso la notizia della scomparsa di don Giovanni Nicolini, presbitero della diocesi di Bologna e assistente nazionale delle Acli dal 2017 al 2022. Nato nel 1940 a Mantova, laureato in Filosofia all’Università Cattolica di Milano, condivise le speranze del rinnovamento conciliare nella realtà ecclesiale bolognese e guidata allora dal card. Giacomo Lercaro in stretta collaborazione con mons. Luigi Bettazzi e don Giuseppe Dossetti.
Ordinato diacono nel 1967, fu richiesto proprio da Dossetti di continuare ad esercitare questo ministero per qualche anno, proprio per mostrare al popolo cristiano il senso del diaconato non solo come passaggio verso l’ordinazione presbiterale. Divenuto sacerdote nel 1972, esercitò numerosi ministeri, partecipando con dedizione ed entusiasmo alla creazione delle Famiglie della Visitazione, che cercavano di vivere nella dimensione secolare il carisma monastico della Piccola Famiglia dell’Annunziata costituita da Dossetti. Nel ruolo di assistente generale dell’Azione cattolica bolognese e con la responsabilità del Vicariato per la carità, egli fu avvocato dei miseri e dei poveri, dei migranti, dei marginali, interpretando la sua missione di cristiano e di presbitero come inveramento costante del messaggio evangelico nelle pieghe e nelle piaghe della città.
Giunse alle Acli, che già conosceva, in età ormai avanzata e “svolse un ruolo discreto e prezioso soprattutto sotto il profilo dell’animazione spirituale e del servizio alla Parola, mettendo al servizio dell’associazione il suo spiccato interesse all’inserimento del Vangelo nella concretezza della storia”.
“Il suo appello costante – ricordano le Acli – era alla povertà, intesa soprattutto come povertà dello spirito, per far entrare, come diceva ‘tutti nelle Acli e le Acli in tutte le piaghe del mondo’. Appassionato ai temi della pace, egli intendeva la sua presenza come prete nelle Acli come un cammino spirituale scandito sulla costante riflessione sulla vita di Gesù, così come presentata dai Vangeli e sulla responsabilità concreta dei credenti nell’edificazione di una nuova società. Rimarrà nella mente e nel cuore di tutti noi il pellegrinaggio in Terra santa dell’autunno 2019, che egli condusse come viaggio sapienziale nel cuore delle Scritture nei luoghi in cui esse vennero vissute e scritte. Mancherà a noi, mancherà a molti, e la pena del distacco è alleviata solo dalla consapevolezza che ora abbiamo un intercessore in più presso il Signore”.

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