Quaresima: Caritas Roma, il 23 febbraio Agnese Moro in dialogo con Adriana Faranda

Storie di incontri e di rinascita a partire dalla realtà del carcere. Questo il focus degli appuntamenti promossi dall’Ufficio diocesano per la pastorale carceraria e dalla Caritas di Roma per la Quaresima 2024, raccolti sotto il nome di “Dov’è tuo fratello?”. L’obiettivo della proposta è quello di offrire una prospettiva di speranza a coloro che sono privati della propria libertà e avviare insieme uno stile di ascolto che permetta di fare esperienza di relazioni autentiche e di prossimità da parte della Chiesa, talvolta percepita soltanto come un’istituzione separata e lontana. Si inizia venerdì 23 febbraio, alle ore 17.30 nella Sala Conferenze del Pontificio Seminario Romano Maggiore (piazza San Giovanni in Laterano, 4), con il dialogo tra Agnese Moro e Adriana Faranda. A oltre 40 anni dal rapimento e dall’uccisione del politico e giurista Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, la figlia e l’ex brigatista si confronteranno su quegli anni che hanno segnato per sempre le loro vite. Sarà un momento di riflessione significativo nell’ambito di un percorso sul tema della giustizia riparativa. Il secondo appuntamento, in programma giovedì 7 marzo sempre alle ore 17.30, dal titolo “La forza per rinascere” vedrà, invece, la testimonianza di Lorenzo Scaccia, autore del libro “Io ero il Milanese”. Nella terza proposta, valida per tutto il periodo di Quaresima, le comunità parrocchiali sono invitate a partecipare alla raccolta di colombe e biancheria intima nuova (maschile e femminile), che saranno distribuite, attraverso l’Ufficio della Pastorale Carceraria, nelle carceri romane per Pasqua. “Gli incontri sono stati organizzati col desiderio di muovere i primi passi di riflessione sulla giustizia riparativa – dichiara il vescovo Benoni Ambarus, delegato diocesano per l’Ambito della diaconia della carità –. Il male fa male, a chi lo compie e a chi lo subisce. Ascoltare dei testimoni che hanno avuto il coraggio e la forza di superare il male, lasciando che emerga la persona al di là di ogni vicenda, mi sembra un modo di ascoltare la potenza rigeneratrice del Vangelo, che allontana il male dall’uomo per renderlo figlio libero”.

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