Afghanistan: Con i Bambini, con “Comunità in crescita” orientamento ai servizi/segretariato sociale, apprendimento dell’italiano, life skill e benessere psicologico

Il progetto “Comunità in crescita”, avviato da “Con i Bambini” nell’ambito dell’iniziativa straordinaria “Con i bambini afghani”, si articola in azioni di orientamento ai servizi/segretariato sociale, apprendimento della lingua italiana, potenziamento, rafforzamento delle competenze relazionali e life skill nei luoghi informali, benessere psicologico. Gli interventi sono implementati dai partner locali e coinvolgono tutte le realtà che, anche se non fanno parte della rete di partenariato di progetto, hanno in accoglienza minorenni afghani.
La cabina di regia nazionale è composta da Con i Bambini, il Tavolo minori migranti, Tavolo asilo e immigrazione, Aoi e Consorzio Communitas (soggetto responsabile). Complessivamente sono coinvolti circa 100 enti sociali già impegnati nei territori nell’accoglienza, inclusione ed educazione.
La presa in carico è gestita attraverso una “dote” per ogni destinatario che permette di realizzare un piano educativo individualizzato per ogni minorenne in modo continuativo per tutto l’arco dell’intervento, anche in caso di trasferimento in altra sede di accoglienza e consente di coprire tutte le spese di accompagnamento che si rendono necessarie per un valore di circa 1.500 euro per beneficiario.
Per aumentare l’efficacia dell’inclusione dei minorenni nella comunità, il progetto affianca e sostiene il sistema di accoglienza istituzionale Cas (Centri di accoglienza straordinaria affidati dalle prefetture a enti profit e non profit) e Sai (Sistema di accoglienza e integrazione, coordinato dal Ministero dell’Interno in collaborazione con Anci), progetti affidati dai comuni a enti non profit. La costante cooperazione tra comuni, Ministero Interno e Con i Bambini rappresenta un esempio di sussidiarietà operante.
I percorsi di inclusione dei nuclei familiari sono estremamente complessi, perché gravati da una generale incertezza e precarietà economica su diversi fronti quali la casa, il lavoro e dunque anche i percorsi educativi e scolastici dei figli. Il radicamento e la conoscenza del territorio da parte dei tantissimi enti di terzo livello che curano direttamente la realizzazione dei percorsi, pur rappresentando dal punto gestionale una sfida complicata, è certamente uno degli elementi di forza per favorire l’inclusione sociale e l’autonomia dei minori e delle loro famiglie. Il fatto che i partenariati si siano costituiti anche per la pregressa competenza nelle lingue e nelle culture dell’Afghanistan, ha rafforzato la loro capacità di impatto.
Numerosi interventi riguardano le bambine e i bambini dai 3 ai 6 anni e anche i più piccoli (0-2 anni), in particolare attraverso il sostegno alle donne che hanno partorito in Italia, successivamente al forzato allontanamento dall’Afghanistan. L’esigenza di azioni di sostegno alla genitorialità diventa necessaria poiché le fragilità dei nuclei famigliari e le difficoltà riguardanti in particolar modo i figli, assumono una dimensione più grande nel contesto migratorio, aggravato dalla sua dimensione forzata e dall’urgenza di lasciare il proprio ambiente di vita a causa di persecuzioni o del timore di subirle.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori