Libri: Milano, presentato all’Università Cattolica “Estranei alla terra” del card. Tolentino de Mendonça

(Foto: Università Cattolica)

Essere testimone del grande dramma dell’umanità, raccontando il proprio tempo e dando voce agli ultimi. È questa la missione o, meglio, la vocazione del poeta, una figura considerata al nostro tempo “un po’ laterale” e “persino eccentrica”. Eppure, la poesia è un “gesto artistico” capace di dare ascolto alla diversità del mondo e alla sua immensa polifonia, di pensare questioni penultime e ultime del nostro quotidiano. È un vero e proprio elogio all’arte poetica quella espressa dalle parole del card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, intervenuto lunedì 12 febbraio all’Università Cattolica del Sacro Cuore per partecipare alla presentazione del volume “Estranei alla terra”, la raccolta di componimenti in versi che tiene insieme due dei suoi libri di poesia: “Strada bianca” (2005) e “Teoria della frontiera (2017)”: “La poesia deve illuminare le contraddizioni, le problematiche, gli interrogativi principali del proprio tempo. I poeti di tutte le epoche lo hanno fatto e anche io ne sento la responsabilità”.
Ad ascoltare nell’aula Pio XI le parole del cardinale (che nelle vesti di poeta diventa Mendonça, senza “de”) c’erano, tra gli altri, Antonella Sciarrone Alibrandi giudice della Corte costituzionale, Anna Maria Tarantola, presidente della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, p. Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione, Andrea Monda, direttore de L’Osservatore Romano, Marco Girardo, direttore di Avvenire, i prorettori dell’Ateneo Pier Sandro Cocconcelli, Fausto Colombo, Giovanni Marseguerra, e mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo. “Per parlare e riflettere di poesia bisogna o essere capaci di leggerla o avere la fortuna di farsela spiegare da un poeta, come per noi in questa occasione”, ha detto il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli.
Rispondendo alle domande del moderatore del dibattito Alessandro Zaccuri, direttore Comunicazione dell’Ateneo, l’editore del volume Nicola Crocetti, fondatore della casa editrice e tra i maggiori esperti italiani di poesia, ha raccontato che già nel 2007, aveva notato il “giovane poeta”. “Con José ci siamo ritrovati”, ha detto e, scherzando, ha aggiunto: “Nel frattempo lui ha fatto carriera, io sono rimasto sempre un piccolo editore. Ma sono onorato di avere nel mio catalogo i suoi versi”.
Una curiosa storia di amicizia, la loro, nata per caso, ma che per entrambi si è rilevata fondamentale. “In Italia sono state pubblicate prima le mie opere teologiche”, ha ricordato il porporato. Invece, “per quella poetica ho voluto aspettare. La poesia, anche nel modo in cui è pubblicata, richiede lo stesso rigore e la stessa verità di chi la scrive. Un editore di poesie è una sorta di vignaiolo che cura la sua vigna e aver trovato Crocetti nel mio cammino è stata una vera fortuna”.
“Non sono un poeta cardinale, ma sono un cardinale che scrive poesie”, ha osservato l’autore dei versi. “Questo è uno sguardo diverso con cui affrontare il compito della poesia, che richiede autenticità e capacità di parlare a tutti. Sono convinto che non esiste poesia senza l’orizzonte della verità”.

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