Ecuador: i vescovi dicono no al regolamento che potrebbe aprire all’eutanasia attiva e passiva

foto SIR/Marco Calvarese

Il Ministero della Salute pubblica dell’Ecuador ha annunciato che il Governo sta provvedendo a un regolamento per applicare l’eutanasia nel Paese. Una decisione che arriva in seguito alla sentenza di una settimana fa, nella quale la Corte Costituzionale ha emesso una sentenza che legalizza “una morte dignitosa”, come è stata definita, per i pazienti con malattie incurabili che causano grandi sofferenze.
Il provvedimento, segnala l’agenzia Efe, sarà pronto entro due mesi e seguirà “le linee guida legali” del Paese, secondo il ministero. La Corte Costituzionale, nella sua sentenza, ha accettato la causa di Paola Roldán, una donna di 42 anni affetta da sclerosi laterale amiotrofica (Sla). E ha ordinato all’Ufficio del Difensore civico di preparare una legge che regoli la procedura di eutanasia entro un periodo massimo di sei mesi. La legge sarà poi sottoposta all’approvazione dell’Assemblea nazionale, che dovrà elaborarla entro un anno. Ha inoltre chiesto al Ministero della Sanità di redigere i rispettivi regolamenti. Il comunicato del Ministero afferma che sarà contemplata “l’eutanasia attiva volontaria e non volontaria”. La sentenza è stata approvata con sette voti a favore e due contrari.
Durante l’ultima Assemblea plenaria di novembre, la Conferenza episcopale ecuadoriana aveva chiesto allo Stato di “riconoscere, difendere e garantire la vita per tutte le persone dal concepimento alla morte naturale”. L’Ecuador è il secondo Stato del Sudamerica a depenalizzare l’eutanasia, dopo la Colombia.

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