“Quanto bisogno ha l’umanità della misericordia e del perdono di Dio per gli orrori e la brutalità che la guerra infligge oggi in tutto il mondo”. Lo scrive l’arcivescovo Eamon Martin nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace, 1° gennaio 2025, elencando alcuni conflitti in una “lista lunga e vergognosa”. Il primate irlandese invita a “chiedere a gran voce perdono per la spesa in armamenti e risorse militari”: erano circa 2,5 trilioni di dollari nel 2023 e questa cifra da allora è aumentata, non diminuita. “Tale spesa non è conciliabile con il nostro impegno cristiano per la riconciliazione e la pace, né con il credo di qualsiasi delle principali fedi e religioni del mondo, né con i principi secolari del bene comune e della prosperità dell’umanità”. Mons. Martin torna su quanto sta avvenendo a Gaza, dopo “i vergognosi attacchi terroristici del 7 ottobre 2023”, spiegando che “metto in evidenza Gaza non solo per il grave impatto di questo conflitto, ma perché è emblematico del fallimento della comunità internazionale nel prevenire l’escalation del conflitto e nel proteggere i civili”. Consapevole del rischio di essere accusato di antisemitismo, il vescovo ripete ancora una volta, che “detesto le violazioni di Hamas e di altri gruppi militanti islamici e sostengo pienamente il diritto degli israeliani a vivere in pace e sicurezza”. Ma aggiunge: “Questo diritto deve essere raggiunto nel contesto di una pace giusta, in cui anche i legittimi diritti dei palestinesi siano protetti secondo il diritto internazionale”. E riprendendo le parole di Giovanni Paolo II il 1° gennaio dell’anno giubilare 2000, ribadisce che “il mondo continua a tollerare l’escalation nella produzione, fornitura, commercio e uso di armi da guerra mentre tanti altri bisogni umani dovrebbero essere considerati prioritari e finanziati: la fame, la carestia, l’impatto del cambiamento climatico, il flagello delle dipendenze e le esigenze essenziali di salute ed istruzione di milioni di persone in tutto il mondo”.