Scuola: card. Zuppi, “gli insegnanti devono educare alla pace”, “i giovani sono il presente delle nostre comunità”

“L’attenzione verso le nuove generazioni è un tema cruciale per il futuro della Chiesa e della società”. Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che aprendo i lavori del Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 24 gennaio, ha salutato “con piacere” la firma lo scorso 9 gennaio dell’accordo tra Cei e Ministero dell’Istruzione e del Merito per il prossimo concorso degli insegnanti di religione cattolica. “Questi insegnanti – la stragrande maggioranza dei quali sono laici – comunicano a scuola i valori dell’umanesimo cristiano”, ha fatto notare il cardinale: “Sono i formatori delle prossime generazioni. A loro il compito ecclesiale e civile di educare alla pace, di educare alla legalità, di educare alla cultura, mostrando come il cristianesimo ha contribuito a fondare i valori di libertà e rispetto dell’altro, che sono alla base della nostra società”. “I giovani sono il presente delle nostre comunità”, ha affermato Zuppi: “È un tema al centro del Cammino sinodale su cui avremo modo di tornare in futuro”. “Di fronte al popolo italiano, alle istituzioni locali o nazionali, alle componenti della vita culturale, sociale e politica, la Chiesa si presenta qual è, senza alterigia, ma consapevole di avere una missione unica”, ha concluso il presidente della Cei, che ha fatto proprie le parole di un sacerdote romano, don Andrea Santoro, ucciso mentre pregava a Trebisonda, in Turchia, nel 2006: “La via più alta della superiorità è quella dell’amore e della giustizia che si china sul diritto e sul bisogno dell’altro, che non si lascia vincere dal male, ma vince il male con il bene, che si apre al perdono perché non vuole giudicare ma salvare, che non ha altro motivo di vanto se non nella gioia e nella vita dell’altro”.

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