Papa Francesco: all’Aigav, “grazie per la delicatezza grande con cui parlate degli scandali della Chiesa”

(Foto Vatican Media/SIR)

Il giornalista “non dev’essere guidato, come talora accade, dai criteri che classificano le cose della Chiesa secondo categorie profane e politiche, le quali non si addicono alle cose stesse, anzi spesso le deformano, ma deve tener conto di ciò che veramente informa la vita della Chiesa, e cioè le sue finalità religiose e morali e le sue caratteristiche qualità spirituali”. Lo ha detto il Papa, che ricevendo in udienza i membri dell’Associazione internazionale dei giornalisti accreditati in Vaticano ha citato Paolo VI, delineando la loro missione. “Vorrei aggiungere la delicatezza che tante volte avete nel parlare degli scandali nella Chiesa”, ha aggiunto a braccio: “ce ne sono e tante volte ho visto in voi una delicatezza grande, un rispetto, un silenzio quasi, dico io, ‘vergognoso’”, le parole riferite al pudore con cui i giornalisti raccontano queste notizie: “grazie di questo atteggiamento”. “La bellezza del vostro lavoro attorno a Pietro – ha osservato Francesco – è quella di fondarlo sulla solida roccia della responsabilità nella verità, non sulle sabbie fragili del chiacchiericcio e delle letture ideologiche; sta nel non nascondere la realtà e anche le sue miserie, senza edulcorare le tensioni ma al tempo stesso senza fare clamori inutili, bensì sforzandosi di cogliere l’essenziale, alla luce della natura della Chiesa”. Citando Luigi Accattoli, il Papa ha poi affermato che “il vaticanista dovrà resistere alla nativa vocazione della comunicazione di massa a manipolare l’immagine della Chiesa, come e più d’ogni altra immagine di umanità associata. I media infatti tendono a deformare la notizia religiosa. La deformano sia con il registro alto o ideologico, sia con il registro basso o spettacolare. L’effetto d’insieme è di una duplice deformazione dell’immagine della Chiesa: che il primo registro tende a costringere sotto specie politica, il secondo tende a relegare a notizia leggera”. “Non è facile, ma sta qui la grandezza del vaticanista, la finezza d’animo che si aggiunge alla bravura giornalistica”, ha commentato il Papa: “Quanto bene questo fa al Popolo di Dio, alla gente più semplice, alla Chiesa stessa, che ha ancora del cammino da compiere per comunicare meglio: con la testimonianza, prima ancora che con le parole”.

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