Celam: iniziato incontro tra partecipanti latinoamericani a Sinodo. Dom Spengler, “Chiesa del futuro punto centrale”. Padre Costa, “si parte e si arriva con popolo di Dio”

(Foto: Celam)

Coloro che sono stati eletti a rappresentare gli episcopati del continente e le Chiese con le loro comunità hanno “un’opportunità unica, è una grazia, è una benedizione, è anche una responsabilità, perché in qualche modo siamo coinvolti nella grande questione del presente e del futuro della Chiesa”. Lo ha detto ieri dom Jaime Spengler, presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e arcivescovo di Porto Alegre, durante l’omelia della messa che ha aperto ieri l’incontro che fino a domani riunisce, nella sede del Celam, a Bogotá, coloro che, provenienti da America Latina e Caraibi, parteciperanno alla prima sessione dell’assemblea generale del Sinodo sulla sinodalità, il prossimo ottobre.
Di fronte alla realtà attuale, in cui “il cristianesimo sembra avere difficoltà a presentarsi con una parola credibile e autorevole”, il presidente del Celam ha affermato che “c’è chi dice che l’adesione alla fede e alla tradizione è finita”. Ha ricordato le parole del card. Carlo Maria Martini, secondo cui “la Chiesa è indietro di 200 anni”, interrogandosi sul perché questo non dia fastidio e affermando che “abbiamo paura, paura invece che coraggio”.
Ha proseguito il presidente del Celam: “Il punto centrale non è la Chiesa di oggi, non è la Chiesa del passato, il punto è la Chiesa che verrà, cioè la Chiesa che vogliamo lasciare in eredità alle generazioni future”. Dom Spengler ha sottolineato che “la questione è la capacità del cristianesimo e della Chiesa di parlare a tutte le culture e di essere compresi nella propria essenza”, tenendo in considerazione che sempre più spesso la figura del praticante sembra scomparire e “comincia a emergere la figura del nomade e del pellegrino” in relazione alla Chiesa. Essa “ha bisogno di essere aiutata e sostenuta nel suo cammino di verità e libertà, piuttosto che essere una Chiesa che ha sempre qualcosa da dire ed è sempre pronta a dare indicazioni e prescrizioni”.
Durante la prima giornata è intervenuto anche padre Giacomo Costa, segretario generale dell’Assemblea sinodale, il quale ha sottolineato che “il processo sinodale ha il suo punto di partenza e anche il suo punto di arrivo nel popolo di Dio, sul quale devono essere riversati i doni di grazia infusi dallo Spirito Santo attraverso l’assemblea dei pastori”.
Siamo di fronte a un processo, ha sottolineato padre Costa, in cui “il lavoro si basa sui temi emersi nell’ascolto del popolo di Dio, presentati nell’Instrumentum Laboris e raccolti nei documenti precedenti”. Per questo insiste sul fatto che il lavoro dell’Assemblea vuole essere “un percorso di preghiera, di discernimento spirituale, perché il vero protagonista è lo Spirito Santo”.

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