Denatalità: Roma, dirigenti sanitari, imprenditori e medici in dialogo. “Intervenire a sostegno delle politiche pro natalità”

Si è parlato di salute della donna, fertilità e percorso nascita per combattere la denatalità durante il congresso “Accanto alla donna nelle fasi importanti della vita”, che si è svolto ieri a Roma. Ha riunito alcuni medici dell’Ostetricia e della Ginecologia di strutture pubbliche e private in Italia per approfondire il tema della denatalità e il suo impatto a livello clinico, per la salute della donna e del nascituro. “Passare da una cultura creativa, nella quale l’uomo con il suo io ipertrofico si pone al centro di ogni cosa, a una cultura generativa, che dona la vita”, è il messaggio di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, per rivitalizzare la chiamata alla genitorialità.
Giovanni Scambia, direttore del Dipartimento universitario Scienze della Vita e di Sanità Pubblica dell’Università Cattolica e direttore scientifico della Fondazione Policlinico Agostino Gemelli Irccs, ha ribadito nella sua lectio magistralis “Denatalità: aspetti medici e non solo per invertire la tendenza in Italia”: “Le donne prendono in considerazione la maternità sempre più tardi, con un’età media alla nascita del primo figlio pari a 32,4. Questo comporta nuove sfide dal punto di vista medico per l’assistenza sanitaria, nuove responsabilità sul fronte della ricerca e degli interventi per ridurre i rischi clinici a tutela della salute della donna e del nascituro”. “Noi, dirigenti sanitari, imprenditori, medici, abbiamo la responsabilità di intervenire a sostegno delle politiche pro natalità e tutelare la categoria dei professionisti (e le nostre pazienti) di fronte alla crisi dell’ostetricia che è una conseguenza del crollo nascite”, ha detto Donatella Possemato, presidente di Impresa per la Vita Onlus.

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