Beni confiscati: Libera, tornano i campi di impegno e formazione in 80 località

Dalla cura dei quartieri intesi come “beni comuni” a Ponticelli nel napoletano o Ballarò a Palermo, alla valorizzazione dei beni confiscati nel casertano, nel Nord Italia, nella Piana di Gioia Tauro, fino all’approfondimento sui temi dell’inquinamento marino e sulle attività criminali legate al traffico e allo smaltimento illegale dei rifiuti all’interno del bene confiscato di Ecolandia a Reggio Calabria. Ma anche azioni di cura e rigenerazione di spazi pubblici intesi come spazi di socialità, di relazione o di memoria come il giardino “Lea Garofalo” a Milano che diventa un’occasione di formazione sul tema del rapporto tra donne e mafie e che testimonia una delle tante storie di rinascita. Riparte la stagione di “E!State Liberi!”, i campi di impegno e formazione sui beni confiscati alle mafie, attività di impegno manuale, incontri con i familiari delle vittime innocenti delle mafie, associazioni locali, giornalisti e istituzioni. I campi, con i momenti di formazione alternati a occasioni di socialità e momenti ludici, sono un’opportunità per migliaia di ragazzi e ragazze di vivere a pieno il valore dell’antimafia sociale e far conoscere la bellezza dei territori coinvolti. Un’immersione nelle tante esperienze di solidarietà, protagonismo positivo e di condivisione all’insegna della lotta alle mafie e la corruzione. Nell’estate 2023 saranno 16 le regioni e 80 località che metteranno a disposizione oltre 3.000 posti che vedranno vivere “il nostro impegno, il nostro desiderio di costruire, insieme, un paese migliore e di ricucire a doppio filo il suo straordinario senso di comunità”. Da giugno a ottobre sarà possibile partecipare a più di 150 esperienze, residenziali e non, dedicate alla partecipazione di minorenni, maggiorenni, gruppi organizzati (scout, scuole, associazioni, ecc.) e gruppi aziendali. L’attività dei campi si svolge su vari momenti: l’affiancamento all’impegno della realtà che gestisce il bene confiscato o l’attività di risistemazione, lo studio e l’incontro con il territorio per uno scambio interculturale. “Lo faremo, ancora una volta, insieme ai tanti animatori positivi dei territori in rete con Libera, cooperative sociali, associazioni, familiari delle vittime innocenti delle mafie, giornalisti e magistrati e istituzioni”.

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