Natale: dom Fallica (Montecassino), “nutrire con il nostro impegno la fame di vita e di speranza di oggi”

“Gesù nasce nella notte, anche in queste notti segnate dal nostro dolore, dai nostri smarrimenti, dalla nostra incapacità di affrontare con responsabilità ed efficacia le tante sfide che la storia ci pone, su scala mondiale o in tante situazioni a noi così vicine, che non solo ci sfiorano, ma spesso ci coinvolgono personalmente e ci angosciano”. Lo scrive nel messaggio per Natale l’abate di Montecassino, dom Luca Fallica. “Gesù nasce nella notte, e viene come luce per rischiarare le nostre tenebre e dare speranza alle nostre paure. Oggi è nato per voi un salvatore, annunciano gli angeli. È nato per voi, è nato per noi. È nato per salvarci, ma è nato nella nostra carne umana anche per dare dignità e responsabilità alla nostra condizione umana, per renderci capaci non solo di accogliere la sua salvezza, ma anche di diventare segno gli uni per gli altri di questa salvezza. Segno e strumento di questa salvezza, che passa anche attraverso di noi e il nostro impegno. Lui solo è il salvatore, ma chiama anche noi a renderci operosi dentro questo disegno di salvezza che egli attua nella storia. Gesù nasce a Betlemme, il cui nome tradizionalmente viene interpretato come ‘casa del pane’, e quando sfamerà le folle donando loro il pane spezzato, lo farà affidando il dono ai discepoli, perché fossero loro a distribuirlo alla gente. Questo è il suo stile e questo è il modo con cui anche oggi continua a renderci corresponsabili dei suoi doni”, osserva.
“Un bambino: dunque un essere piccolo, povero, fragile, ancora incapace di parlare e di agire”: “Questo per noi significa che anche i nostri gesti, persino quando possono sembrare troppo piccoli, inutili, inefficaci, ma se sono autentici, se sono pieni di vangelo, partecipano all’opera di salvezza di Dio e ridonano speranza anche alle nostre notti angosciate”, evidenzia l’abate.
“Il bambino è avvolto in fasce, segno della tenerezza e dell’affetto con cui la mamma Maria ha saputo prendersi cura di quella giovane vita, sia pure in condizioni così disagiate”: “Anche noi siamo chiamati ad avere la stessa cura gli uni degli altri. Ogni volta che la nostra tenerezza, la nostra premura, la nostra custodia, saprà fasciare qualcun altro e prendersi cura della sua vita, la luce tornerà a rischiarare le tenebre”, precisa dom Fallica.
Infine il terzo segno: questo bimbo, avvolto in fasce, è anche deposto in una mangiatoia: “Questo bambino viene a nutrirci con la sua stessa vita. Egli saprà prendersi cura della nostra fame. E ci chiama a prenderci cura della fame degli altri. E non solo della fame di pane, ma anche della fame di vita, di senso, di dignità, di futuro, di libertà, di solidarietà, di amore sincero, di carità nascosta e operosa. Quando la nostra vita diventa pane per questa fame dei nostri fratelli e sorelle, ecco che l’oggi della salvezza continua a essere fecondo e a generare vita anche nel nostro tempo”.
Di qui l’augurio: “Sappiate riconoscere il segno e diventate anche voi segno per gli altri. Il Natale di Gesù dà valore ed efficacia anche ai nostri piccoli gesti, desidera che siano gesti che intessono fasce di tenerezza e di cura, affinché possiamo nutrire con il nostro impegno la fame di vita e di speranza del nostro tempo, della nostra gente”.

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