Natale: mons. Sacchi (Casale Monferrato), “se accanto alla mangiatoia ritroviamo i veri lineamenti di Cristo, decidiamoci ad assumerli nella nostra vita”

“La notte di Natale in cui, attraverso la liturgia, celebreremo la nascita di quel bambino, è il momento giusto per interrogarci sulla nostra fede. In quale Dio crediamo? In un Dio etereo, indefinito, accomodante o nel Dio di Gesù Cristo che si rivela nella mangiatoia? La risposta non la dobbiamo cercare negli spazi reconditi della mente, ma nelle scelte quotidiane della nostra vita. Chiediamoci allora fin dove siamo disposti a condividere la sua scelta di debolezza, a seguire il percorso esigente ma liberante dell’amore che lui inaugura e che ci chiede di condividere nel rapporto quotidiano con il prossimo, negli intrecci difficili del perdono, della pazienza, della riconciliazione. Se accanto alla mangiatoia ritroviamo i veri lineamenti di Cristo, decidiamoci ad assumerli nella nostra vita. Allora sarà davvero Natale per noi!”. Lo ha scritto il vescovo di Casale Monferrato, mons. Gianni Sacchi, nel messaggio di auguri alla comunità diocesana pubblicato sull’ultimo numero di “La Vita casalese” e “Grande famiglia”.
“Il Natale ormai vicino – osserva il presule – è l’occasione per ridirci la straordinarietà della nostra fede, che celebra Colui che per amore ci è venuto incontro assumendo la nostra umanità. Dio per manifestarsi si incarna in un fragile bambino che per vivere deve assolutamente dipendere dagli uomini, iniziando dalle due persone che lo circondano: Giuseppe e Maria”. “Ancora oggi – rileva il vescovo – Dio ha bisogno di noi, perché avendoci creato senza il nostro consenso non ci salva senza il nostro assenso. Un bisogno quello di Dio che si manifesta su due versanti: il nostro permesso per entrare nella nostra vita, il nostro aiuto per entrare nella vita del mondo. Un Dio che per nascere a Betlemme, terra del pane, si serve dell’editto di un imperatore che nulla aveva da spartire con il suo progetto di salvezza”. “È un Dio che ci offre la totalità del suo amore e che si fa mendicante della pochezza del nostro amore”, continua mons. Sacchi, ricordando che “la sua massima debolezza consiste nel trovarsi di fronte a noi che possiamo con tutta tranquillità rifiutare il suo amore, la sua misericordia, il suo perdono senza che lui intervenga per bloccare questo rifiuto”. “Profondamente geloso della libertà dell’uomo, rispetta il corso della storia sia quando raggiunge buoni livelli di progresso, sia quando regredisce nelle sue involuzioni nefaste come quelle che stiamo vivendo in questo tempo, con guerre distruttive e assurde e tante ingiustizie che stiamo generando”, commenta il vescovo. “Il Signore benedica la nostra amata diocesi in questo anno giubilare per i 550 anni della sua fondazione!”, conclude mons. Sacchi.

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