Avvento: card. Cantoni (Como), “il Dio che viene ci dona la pace, ma ciò richiede che noi diveniamo uomini e donne di pace”

“Il Dio che viene ci dona la pace, ma ciò richiede che noi diveniamo uomini e donne di pace, compiamo perciò senza indugio gesti di riconciliazione. Il Dio di Gesù Cristo ci dona l’unità, ma ciò implica da parte nostra l’impegno di vivere da riconciliati. Ci dona la gioia, ma questa suppone che noi la sappiamo condividere con quanti attraversano la nostra storia personale. Ci offre la pienezza della sua Vita, ma vuole che utilizziamo la nostra umanità come occasione di vera fraternità e accoglienza nei confronti di tutti, anche se costosa”. Lo scrive il vescovo di Como, card. Oscar Cantoni, nella lettera alla comunità diocesana in occasione dell’inizio dell’Avvento.
Dal porporato l’invito a utilizzare “questo periodo per metterci nelle disposizioni giuste così da andare incontro al nostro Dio, ‘che viene a visitare il suo popolo’ in piena consapevolezza”. “L’Avvento – ricorda – è lo spazio liturgico dentro il quale ci rendiamo conto che è Dio che prende l’iniziativa. Viene incontro alle nostre attese di salvezza, in un tempo così drammatico che l’umanità sta attraversando, in cui tutti siamo coinvolti”. “Dio – sottolinea il card. Cantoni – non ci lascia vagare nel buio e non ci abbandona. È questa la bella e consolante notizia che come cristiani possiamo offrire al mondo, che vive questo lungo periodo di desolazione, dentro il quale tutti sperimentiamo la nostra insufficienza, la incapacità di salvarci da soli”. “Il Dio di Gesù Cristo non è estraneo alla nostra storia, ne è pienamente coinvolto”, prosegue il porporato, evidenziando che: “Egli viene, ma vuole essere cercato, desiderato, atteso. Questo suppone, quindi, che coltiviamo il vivo senso dell’attesa della sua venuta, sviluppando la volontà di accogliere la sua Persona viva, prima ancora che i suoi doni”. “Dio non raggiunge l’umanità a mani vuote”, assicura il card. Cantoni: “I doni di Dio ci sono offerti gratuitamente, ma – ammonisce – esigono da parte nostra di essere rielaborati, necessitano di una accoglienza consapevole. Vanno sviluppati, perché risplendano come risposta grata da parte di ciascuno di noi”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa