Papa Francesco: ai ragazzi di Ac, “tanti ragazzi soffrono a causa della guerra, a Gaza sono morti più di 3mila, in Ucraina più di 500”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Non perdere l’entusiasmo, non perdere la mistica!”. Lo ha esclamato, a braccio, il Papa, ricevendo in udienza i ragazzi dell’Azione Cattolica. “Ho scritto un discorso che non leggerò adesso”, ha proseguito Francesco consegnando il testo: “Grazie tante! Non perdere la gioia. Adesso vorrei salutare ognuno di voi. Ma prima preghiamo un po’ e chiediamo la benedizione”. “Tanti popoli, tanti ragazzi soffrono a causa della guerra!”, si legge nel discorso scritto. “Il Natale ci ricorda che Dio ci ama e che vuole stare con noi”, l’esordio del Papa: “Per questo Gesù è nato, si è fatto piccolo, è vissuto in una famiglia con Maria e Giuseppe, e continua ad essere presente al nostro fianco e in ciascuno di noi: perché ci ama, ci è amico. Questo è un dono stupendo. E ne porta con sé un altro: che anche noi possiamo amarci gli uni gli altri come fratelli”. “Quanto bisogno ne abbiamo oggi!”, esclama Francesco: “Tanti popoli, tanti ragazzi soffrono a causa della guerra! Sapete quanti bambini sono morti a Gaza in questa ultima guerra? Più di tremila. È incredibile, ma è la realtà. E in Ucraina sono più di cinquecento, e nello Yemen, in anni di guerra, sono migliaia”. “Il loro ricordo ci invita ad essere a nostra volta luci per il mondo, per toccare il cuore di tante persone, specialmente di chi può fermare il turbine della violenza”, la consegna del Papa: “Amare Dio e amarci tra noi: solo così il mondo ritroverà la luce e la pace di cui ha bisogno. Amare Dio e gli altri: in famiglia, in parrocchia, a scuola e lungo le strade che percorrete ogni giorno, per aiutare tutti a credere che è ancora possibile cambiare rotta, scegliere la vita e tornare a sperare”. “Amare il creato”, l’ultima invito del testo consegnato, riferito allo slogan associativo dell’Ac di quest’anno: “Vi aiuta a capire che Dio ci chiama a riconoscere e rispettare la bellezza che ci circonda, nella natura e nelle persone, e così a crescere nella condivisione e nella fraternità”.

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