Mobilità: Istat, in Italia il Covid-19 influenza più la frequenza che la modalità degli spostamenti

In Italia, tra occupati e studenti ben uno su quattro prevede di cambiare la propria frequenza di spostamento rispetto a prima della pandemia. Per quasi la metà di essi il Covid rappresenta la causa esclusiva di questo mutamento mentre per un rimanente 17% è una concausa che si accompagna ad altre ragioni. È quanto emerge dal report “La mobilità degli italiani, le intenzioni per il prossimo autunno” diffuso oggi dall’Istat.
Stando alle risposte dell’indagine svolta nel mese di luglio appena trascorso, risultano meno diffusi i cambiamenti della modalità di trasporto, che varia solo per un decimo degli intervistati. “In questo caso – viene spiegato – il Covid rappresenta una causa della mutata abitudine, esclusiva o associata ad altre motivazioni, per circa la metà degli occupati e studenti intervistati”. Peraltro, aggiunge l’Istat, “la più bassa diffusione dei cambiamenti nella modalità di trasporto si associa a una sostanziale uniformità del tipo di cambiamento, ossia lo spostamento dal mezzo pubblico all’automobile”.
Anche la maggioranza di coloro che non sono occupati o studenti (oltre il 55%) non utilizzava già prima e continuerà a non utilizzare nel prossimo futuro il trasporto pubblico; un quarto lo utilizzerà come in precedenza. Solo una ristretta minoranza (vicina al 2%) ritiene che lo utilizzerà di più mentre il 17,6% lo farà con minor frequenza. “Anche in questo caso – osserva l’Istat –, emerge complessivamente una propensione a un minore ricorso al trasporto pubblico”. I tre quarti di coloro che prevedono di spostarsi meno con i mezzi pubblici citano il Covid come motivazione, esclusiva o in associazione con altre cause.

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