Ius soli: Iacomini (portavoce Unicef Italia), “tema serio, non moda del momento”

“Siamo soddisfatti del fatto che si torni a parlare dello ius soli, ma non diventi un tormentone estivo da rimettere nel cassetto appena la politica torna dalle ferie per poi derubricarlo come una ‘non priorità’, sarebbe un grave torto alle migliaia di ragazze e ragazzi, bambine e bambini che sono nati in Italia da genitori stranieri, giovani italiani a tutti gli effetti”: lo dichiara Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef per l’Italia.
“È un tema serio che non si può consentire nasca (o rinasca) come una moda del momento sulla scia delle vittorie alle Olimpiadi o in occasione degli Europei. Parliamo di una questione che sta nella pancia del nostro Paese – aggiunge -. La proposta del presidente del Coni Giovanni Malagò cui va sempre il nostro apprezzamento sullo ius soli sportivo è assolutamente apprezzabile ma non è sufficiente, perché contiene in sé alcuni elementi discriminatori” visto che “escluderebbe tutti coloro che non fanno sport. I diritti sono di tutti, altrimenti li chiamiamo privilegi”. Iacomini accoglie “con grande favore” le parole del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ringraziandola. “Il governo Draghi ha dimostrato una grande lungimiranza su tanti temi a noi cari, questo sarebbe la ciliegina sulla torta”, sostiene il portavoce di Unicef Italia.
“Mi auguro a questo punto che anche i partiti facciano un serio passo in avanti senza usare lo ius soli come arma di deterrenza politica. Anzi approfitto per rivolgere un appello a tutta la classe politica. Sedetevi attorno a un tavolo e senza pregiudizi provate a fare una fotografia reale del nostro Paese oggi. L’Italia è cambiata: i Giochi olimpici e gli Europei sono solo un pezzettino di realtà”, osserva Iacomini, che conclude: “Il Paese è più avanti di molti di noi e il Parlamento ha ora un’occasione enorme. Non chiudetevi, credo che una parte della classe politica sia in buona fede e non possa non vedere l’evidenza. Le barriere possono essere abbattute, anche a destra: è questo il momento per trovare un’intesa seria su questo tema altrimenti meglio non parlarne più. La cittadinanza a questi giovani italiani è un tema serio che riguarda il loro futuro e quello della nostra nazione, non una moda su cui dibattere in spiaggia ad agosto”.

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