Repubblica Centrafricana: p. Trinchero (carmelitano scalzo), “gioia e ringraziamento per periodo di relativa pace e 50 anni presenza missionaria”

padre Federico Trinchero tra studenti e confratelli centrafricani

“Celebreremo il Natale nella gioia e nel ringraziamento per questo periodo di relativa pace, che speriamo porti anche allo sviluppo nella Repubblica Centrafricana. Allo stesso tempo per noi carmelitani scalzi è occasione di ringraziamento per i 50 anni della nostra presenza nel Paese”. A parlare al Sir è padre Federico Trinchero, missionario carmelitano scalzo che vive a Bimbo, alla periferia di Bangui. Il Carmelo di Bangui divenne noto durante la visita di Papa Francesco nel 2015 perché all’epoca ospitava centinaia di sfollati in fuga dal conflitto iniziato nel 2013. Dopo le elezioni dello scorso mese di dicembre la situazione nella Repubblica Centrafricana “è ora abbastanza tranquilla – racconta padre Trinchero -. Dicembre è l’inizio della stagione secca, il periodo in cui si rischiano più attacchi. I ribelli si muovono di più perché le strade lo consentono. Invece in questo periodo non ci sono particolari movimenti. L’anno scorso, alla vigilia delle elezioni, il Paese era in subbuglio, tante città erano occupate dai ribelli ed era difficile spostarsi da una zona all’altra”. Oggi “ci sono ancora zone occupate da ribelli – precisa – e la situazione è comunque molto delicata, con uno Stato assente, soprattutto nelle zone più lontane dalla capitale”.

A distanza di 50 anni dalla prima missione a Bozoum, a 400 km a nord della capitale Bangui, i carmelitani scalzi contano oggi 5 case e conventi, con 7 missionari italiani e 12 autoctoni. Perciò in questi giorni di Avvento si festeggia anche l’arrivo dei carmelitani scalzi in Centrafrica: i primi quattro frati italiani si misero alla guida della parrocchia San Michel a Bozoum, già fondata dai padri spiritani francesi e poi ceduta nel 2019 ai cappuccini. “La nostra presenza è iniziata in modo discreto e timido – dice il missionario –. Non immaginavamo di crescere così tanto. I frati autoctoni ci hanno superato e questo è un buon segno di vitalità. Manca ancora la presenza delle nostre consorelle carmelitane scalze di clausura: è il nostro più grande sogno ma ancora non siamo riusciti”. Il 19 dicembre tutta la comunità carmelitana festeggerà l’anniversario a Bozoum con una celebrazione presieduta dal vescovo di Bouar, Mirek Gucwa e l’ordinazione di due confratelli: “Per noi è il modo migliore per celebrare il cinquantesimo anniversario, alla vigilia di Natale”. Lo slogan scelto per l’anniversario è la frase di Santa Teresa di Lisieux “Vorrei percorrere la terra per annunciare il Vangelo”. “Noi ci sentiamo esecutori di questo grande desiderio che la nostra consorella, monaca di clausura morta giovanissima, non ha potuto realizzare”, spiega. Un altro grande avvenimento per il Carmelo di Bangui è la costruzione di un nuovo convento con foresteria e una nuova grande chiesa. “Prima celebravamo la messa in cortile in una chiesa di lamiera – conclude -. Ora che siamo in un periodo di relativa pace il cantiere va avanti molto bene e questo ci riempie di gioia”.

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