Lampada della pace: Guterres (segretario generale Onu), “non possiamo pensarci al sicuro, le disuguaglianze hanno permesso al virus di continuare a mutare”

“Dopo due anni, siamo forse riusciti a vincere la battaglia contro il Covid-19, ma non per questo possiamo pensarci al sicuro”. Ne è convinto Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, che collegato in video da New York, causa Covid, per la cerimonia di consegna della Lampada della pace ha affermato: “La pandemia ha approfittato delle enormi disparità presenti sul pianeta. Gli squilibri economici le hanno consentito di diffondersi a macchia d’olio nei paesi e tra le comunità più povere. Le disuguaglianze nell’accesso ai vaccini hanno permesso al virus di continuare a mutare, in varianti forse più facilmente trasmissibili e aggressive. A livello finanziario, il divario globale imprigiona i paesi più poveri nella trappola del debito, mentre i paesi ricchi investono in una forte ripresa”. “Ancor prima che scoppiasse la pandemia, le persone stavano perdendo fiducia nelle istituzioni e nei propri rappresentanti”, ha fatto notare Guterres, secondo il quale “oggi si assiste al dilagare dell’alienazione e del cinismo nei confronti di leader ed élite che non sono riusciti a proteggere i propri cittadini e ad agire nel migliore interesse collettivo. Un alto tasso di povertà e disuguaglianza rappresenta un attacco diretto ai diritti umani. È causa di cattive condizioni di salute e livelli accresciuti di criminalità, corruzione e instabilità. E le persone emarginate e isolate sono sensibili alle narrazioni che attribuiscono la responsabilità delle loro sventure ad altri”. “Non è un caso che questo stato di disuguaglianza sia accompagnato da rigurgiti di razzismo, estremismo e nazionalismo”, ha fatto notare il segretario generale dell’Onu: “La qualità forse più straordinaria della visione di pace di San Francesco è la sua inclusività. In un’epoca di conflitti religiosi sanguinosi e violenti, in cui la disumanizzazione di musulmani ed ebrei era diffusa in Europa, San Francesco ha rischiato la vita recandosi in missione di pace in Medio Oriente. Il suo incontro con il Sultano al-Malik al-Kāmil ai tempi della quinta crociata costituisce un primo modello di dialogo interreligioso volto a promuovere la tolleranza, il rispetto e la comprensione reciproca”.

 

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