Migrazioni: Salesiani austriaci e Caritas tedesca, impegno in favore dei profughi di Moria. “Accoglierli, noi siamo a disposizione”

La famiglia Salesiana austriaca fa appello al governo federale affinché accolga i richiedenti asilo scampati all’incendio del campo profughi greco di Moria, sull’isola di Lesbo. “Siamo complici della loro sofferenza se non aiutiamo, anche se potremmo”, ha sottolineato don Siegfried M. Kettner, provinciale dei Salesiani, in una dichiarazione pubblicata oggi. L’Austria, anche in base ai valori su cui è stata costruita l’Europa, non può considerare inferiore “la vita di persone che hanno lasciato la loro patria per bisogno e per disperazione”. Nei giorni scorsi la Conferenza episcopale austriaca e la Conferenza degli Ordini religiosi avevano già chiesto di accettare “un giusto contingente di profughi” mettendosi completamente a disposizione. Per il momento potrebbero venire accolti 15 minori non accompagnati dalla “Don Bosco Sozialwerk” austriaca. L’aiuto immediato in loco è lodevole, ma non sufficiente: in questo senso la dichiarazione dei Salesiani austriaci si riferisce alla decisione del Governo federale tedesco di accogliere 1.550 profughi dai campi nelle isole greche.
Anche la Caritas tedesca si è espressa sul problema del campo di Moria, e il presidente, mons. Peter Neher, ha commentato l’annuncio governativo come un primo passo importante: “La Germania vuole accogliere 1.550 rifugiati da Moria. Come risultato, ogni individuo che può sfuggire all’inferno di Moria, è una buona notizia e 1.550 è ovviamente meglio di 150”. Per Neher il problema però è più ampio: “Non c’è ancora pace in Afghanistan e Siria, e la politica europea considera ancora i rifugiati sulle isole greche come fastidiosi intrusi che nessuno vuole. Finché è così e finché decine di migliaia di persone continuano a vivere in condizioni indegne, questa accoglienza non può essere sufficiente”.

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