Diocesi: Padova, lunedì 3 e 10 agosto visite notturne della mostra “A nostra immagine” guidate dal direttore del museo

Il Museo diocesano di Padova propone due occasioni per gustare “in notturna” la mostra “A nostra immagine. Sculture in terracotta del Rinascimento. Da Donatello a Riccio”. Per due lunedì di agosto, infatti, ci sarà un’apertura straordinaria serale con due turni di visite guidate dal direttore del Museo e curatore della mostra, Andrea Nante. Lunedì 3 e lunedì 10 agosto, sarà possibile visitare la mostra alle 20.30 e alle 21.30. Le prenotazioni sono necessarie telefonando al numero 049 8226158-159, o via email scrivendo a info@museodiocesanopadova.it. Ogni gruppo potrà avere un massimo di 12 persone, per rispettare il protocollo Covid, e sarà obbligatorio l’uso della mascherina. La quota di partecipazione è di euro 10.
La mostra – visitabile fino al 27 settembre – rimane normalmente aperta al pubblico con il seguente orario: giovedì e venerdì 15-19; sabato e domenica 10-13; 15-19. Attivato anche il nuovo servizio di prenotazione e bigliettazione on line per accedere al Battistero della cattedrale di Padova e alla mostra, con possibilità del biglietto unico per visitare nello stesso giorno il Battistero (oggetto di restauro ma di cui è comunque possibile ammirare il 70% della superficie affrescata da Giusto de’ Menabuoi, capolavoro artistico del Trecento padovano), e la mostra dedicata alle sculture in terracotta.
L’esposizione è il frutto di un progetto di restauro e di una campagna di ricerca che ha portato anche interessanti novità tra cui il ruolo centrale di un plasticatore di origine cremasca, Giovanni de Fondulis (a cui sono state attribuite definitivamente alcune terrecotte del territorio diocesano), e la vivacità della sua bottega padovana, rimasta attiva per oltre un ventennio nella seconda metà del Quattrocento. Ma la mostra ha portato anche nuove scoperte, tra cui la Madonna del monastero della Visitazione, che dopo la rimozione delle integrazioni ottocentesche e delle pesanti ridipinture, si è rivelata un capolavoro della tarda attività di Giovanni de Fondulis, e nuove attribuzioni, come la paternità a Pietro Lombardo, da parte dello studioso Francesco Caglioti, della Madonna proveniente dal Museo del Bargello, precedentemente attribuita a Antonio di Chellino.

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