Festa dell’Europa: mons. Raspanti (vicepresidente Cei), “alimentare la memoria per consolidare il presente e costruire un futuro migliore”

Sono trascorsi 70 anni dal 9 maggio 1950, quando la dichiarazione e l’audacia di Schuman permisero di trasformare l’acciaio e il carbone da strumenti di guerra a strumenti di pace e di giustizia, senza limitare la sovranità di ogni stato. Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vicepresidente della Cei, ospite in una videoconferenza con oltre 200 partecipanti, è intervenuto con puntuali e precisi spunti di riflessione su “un’Europa nata e costituita con tanto entusiasmo, però oggi coinvolta in una crisi non solo sanitaria, ma causata anche dal non giusto riconoscimento che si ha verso la memoria storica, che va alimentata per consolidare il presente e costruire un futuro migliore per tutti”. Durante l’ evento, moderato da Marta Ferrantelli, responsabile Europe Direct Trapani, Ufficio territoriale della Commissione europea, gli intervenuti hanno ribadito più volte la solidarietà e sostenibilità quali valori principali e fondanti di un’Europa che deve sviluppare politiche di coesione e di sostenibilità. “Questo preciso momento storico, con l’emergenza pandemica da Covid-19, ha messo a dura prova i valori comunitari, determinati dall’esigenza di superare le difficoltà causate dal conflitto delle guerre mondiali e dei regimi totalitaristici”, è stato rilevato dai partecipanti. “La volontà di cooperare insieme – afferma Ferrantelli – è fondamentale per costruire ed alleviare lo scontro tra le difficoltà economiche degli Stati europei e il sentirsi cittadini europei, in un villaggio ormai globale, l’Europa”, nella quale il mercato comune, la libera circolazione e  la moneta unica hanno segnato una svolta.
“Vivere in modo ristretto all’interno dei propri confini, badando a ciò che è di interesse immediato – ha affermato il vescovo Raspanti – è continuare ad avere uno sguardo miope verso la realtà”.

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