Festa dell’Europa: messaggio presidenti Von der Leyen, Sassoli, Michel. “Dobbiamo fare di più per migliorare l’esistenza dei più poveri e dei più vulnerabili nelle nostre società”

“Dobbiamo fare di più per migliorare l’esistenza dei più poveri e dei più vulnerabili nelle nostre società. Erano troppe in Europa le persone che, ancor prima che questa crisi cominciasse, lottavano per arrivare alla fine del mese”. Lo affermano Ursula von der Leyen (Commissione), David Sassoli (Europarlamento), Charles Michel (Consiglio europeo) nel loro messaggio per la Festa dell’Europa, 70° anniversario della Dichiarazione Schuman. “Oggi, a milioni di altre persone che hanno perso il loro lavoro o la loro impresa si prospetta un futuro incerto. I giovani e le donne sono stati colpiti in modo particolare e hanno bisogno di un sostegno concreto e determinato. L’Europa deve dar prova di coraggio e fare tutto ciò che serve per proteggere le vite e i mezzi di sussistenza, in particolare nelle aree maggiormente colpite dalla crisi”. “La nostra Unione deve anche essere sana e sostenibile. Una lezione che dobbiamo trarre da questa crisi è che è importante ascoltare i pareri scientifici e agire prima che sia troppo tardi. Non possiamo rimandare la lotta al cambiamento climatico e dobbiamo costruire la nostra ripresa sul Green Deal europeo”. Ancora: “Dobbiamo essere più vicini ai cittadini, rendendo la nostra Unione più trasparente e più democratica. La Conferenza sul futuro dell’Europa, il cui avvio era previsto per oggi e che è stata ritardata solo a causa della pandemia, sarà essenziale per sviluppare queste idee”.
“Viviamo un momento di fragilità temporanea e solo un’Unione europea forte potrà proteggere il nostro patrimonio comune e le economie dei nostri Stati membri”. Nel messaggio si legge: “Ieri abbiamo commemorato il 75° anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Dobbiamo sempre ricordarci degli orrori e della barbarie della guerra, e dei sacrifici fatti per porvi fine. Oggi riflettiamo su ciò che è successo dopo. Ricordiamoci della generazione degli anni ’50, che pensava che sulle rovine della guerra si potessero costruire un’Europa e un mondo migliori, cosa che poi ha fatto. Se impariamo queste lezioni, se rimaniamo uniti nella solidarietà e con i nostri valori, allora l’Europa potrà emergere anche questa volta dalla crisi, più forte di prima”.

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