Quaresima: mons. Sanguineti (Pavia), “riscoprire il dono di essere vulnerabili”

“La secolarizzazione dominante, in questi ultimi decenni, ha confinato i gesti e i riti della Quaresima nello spazio della vita strettamente ecclesiale e delle scelte personali dei credenti”. Lo scrive mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, nel suo messaggio sulla Quaresima pubblicato sul settimanale diocesano “Il Ticino”. “La Quaresima, come ogni tratto dell’esistenza cristiana, tocca la vita di chi è più coinvolto in un’esperienza di fede significativa e, tuttavia, ci sono segni e parole che non cessano di suscitare un’attenzione, che non cessano di parlare al cuore della gente”, aggiunge il presule. Un fatto che riguarda anche “persone che, pur non vivendo un’appartenenza stabile alla comunità cristiana, vanno a ricevere le ceneri sul capo, sostano in silenziosa preghiera davanti a un Crocifisso, sentono nei giorni quaresimali un richiamo alla confessione, a qualche gesto di rinuncia, di carità, di elemosina”. Il vescovo li definisce “tratti di memoria cristiana” che “riemergono in superficie”. Quindi, l’attenzione alla conversione, che “è cambiare direzione di cammino, volgendo lo sguardo e il cuore a Cristo, al suo Vangelo, all’annuncio buono e lieto che, nella nostra vulnerabilità, non siamo soli”. “Siamo abbracciati da un Dio che, in Gesù crocifisso e risorto, ci salva, ci libera dalla morte come ultima parola sulla vita e dall’assurdità di una sofferenza insensata e infeconda”.

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