Commercio: Istat, “nei primi 9 mesi del 2020 boom di quello elettronico”

Nei primi nove mesi dell’anno le vendite di prodotti non alimentari hanno registrato un calo tendenziale del 13,5%, mentre quelle dei beni alimentari un aumento del 3,1%. Vero e proprio boom per il commercio elettronico che ha fatto registrare nell’arco dei primi nove mesi un +29,2%. Sono alcuni dei dati comunicati oggi da Gian Paolo Oneto dell’Istat, nel corso dell’audizione in Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati.
Il settore del commercio ha fatto registrare 191mila occupati in meno nel secondo trimestre 2020. Non solo tra le tipologie di vendita, “differenze significative emergono anche rispetto all’età degli occupati”, ha spiegato: gli ultracinquantenni, che rappresentano circa un terzo della manodopera del settore commerciale, sono calati di appena l’1,6%, a fronte di una diminuzione dell’8,7% per i 35-49enni (i quali rappresentano il 40,3% dell’occupazione nel commercio); tale fascia d’età ha registrato una caduta più marcata nel commercio a dettaglio (-10,1%). Gli occupati più giovani, che pesano per il 26,8%, sono diminuiti del 6,4% a causa essenzialmente della forte riduzione (vicina al 15%) nel commercio all’ingrosso. A pagare le conseguenze sono stati maggiormente i lavoratori del Mezzogiorno con un calo di occupati nel commercio superiore alla media.
“Sia per le imprese operanti su piccole superfici, sia per la grande distribuzione – ha evidenziato Onero – si registrano diminuzioni, ma di intensità molto differente, con cali rispettivamente dell’11,3% e del 2,8%; in entrambi i casi la caduta riflette l’andamento negativo delle vendite di beni non alimentari”.

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