Povertà: per il 43% delle Caritas l’impatto del Reddito emergenza è positivo ma c’è “paradosso di non aiutare i più esclusi”

foto SIR/Marco Calvarese

Il 43% delle Caritas ha valutato come positivo l’impatto del Reddito di emergenza per le persone e le famiglie prive di altri ammortizzatori sociali. Lo rileva il Rapporto 2020 su povertà ed esclusione sociale in Italia, diffuso oggi da Caritas italiana. L’83% delle diocesi si è messo infatti a disposizione per aiutare le persone ad accedere ai sostegni pubblici previsti dal Decreto “Cura Italia” e “Decreto Rilancio”. Da una rilevazione condotta su un campione di 756 nuclei beneficiari dei servizi Caritas nei mesi di giugno-luglio 2020, il Rem (Reddito di emergenza) è risultata la misura più richiesta (26,3%) ma con un tasso di accettazione delle domande più basso (30,2%) rispetto alla indennità per lavoratori domestici (61,9%), al bonus per i lavoratori stagionali (58,3%) e al bonus per i lavoratori flessibili (53,8%). Il Rem è stato fruito prevalentemente da nuclei composti da adulti over 50, soprattutto single e monogenitori con figli maggiorenni, con un reddito fino a 800 euro e bassi tassi di attività lavorativa. Si tratta di un profilo “del tutto sovrapponibile a quello di coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza” (32,5%) all’interno dello stesso campione intervistato: nuclei a reddito molto basso (49,7%), single (45,3%) e coppie senza figli (43,7%), prevalentemente anziani (42,2%). Questo dice che, tra le due misure, “rispetto alle caratteristiche dei beneficiari, vi sia sovrapposizione piuttosto che compensazione”. In un focus group specifico sulle misure emergenziali è emerso, tra l’altro, che le misure sono state “attivate con lentezza e ottenute con ritardo”, con “poca chiarezza sugli strumenti” ed il “paradosso di misure emergenziali che creano esclusione, favorendo chi è già inserito nel sistema di welfare e scoraggiando o sfavorendo gli esterni”.

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