Salute mentale: Sos Villaggi dei Bambini, con il programma di emergenza entro il 2028 in Palestina saranno raggiunti 12.500 piccoli e le loro famiglie

In Palestina, l’impegno di Sos Villaggi dei Bambini ha assunto un valore vitale. “Dopo la distruzione del Villaggio Sos di Rafah nel 2024, 68 bambini sono stati evacuati e accolti nel Villaggio Sos di Betlemme, dove hanno potuto proseguire il percorso scolastico e ricevere sostegno psicologico mirato – si legge in una nota diffusa oggi da Sos Villaggi dei Bambini, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale -. Nelle tendopoli di Khan Younis e Deir Al Balah, l’Associazione assiste regolarmente 265 persone – bambini, caregiver e famiglie – fornendo protezione, riparo, acqua e beni essenziali. Solo nel luglio 2024 sono state realizzate 120 sessioni di Psychological First Aid, 43 incontri di counselling familiare, 40 sessioni di counselling di gruppo e 125 attività ricreative tra arte, musica, danza e giochi collettivi. Questi interventi hanno permesso di restituire ai bambini momenti di normalità e speranza in un contesto segnato dalla guerra”.
Mutaz Lubbad, psicologo che ha accompagnato i bambini evacuati, racconta: “Dopo cinque mesi di guerra, i bambini hanno finalmente sentito di essere protetti. Ma sono molto stanchi e hanno bisogno di recuperare. Alcuni non riescono ancora a dormire, altri non parlano delle loro esperienze. Molti trovano più facile disegnare le loro paure piuttosto che parlarne: l’arte diventa così una porta d’accesso per elaborare il trauma. Ogni bambino nel Villaggio Sos di Rafah ha creato un libro: ‘La mia storia di vita a Gaza’, con testi, immagini, come volevano. Ai bambini è piaciuto lavorare sul libro e li ha aiutati a elaborare le loro esperienze. È stato liberatorio per loro trovare un modo per esprimere l’orrore, il dolore e la paura. Le immagini e i testi ci hanno mostrato come si sentivano, in quale condizione erano e come potevamo supportarli al meglio”.
Accanto a lui, i caregiver inventano modi semplici ma potenti per proteggere la salute mentale dei bambini. Una delle educatrici spiega: “Abbiamo inventato giochi per coprire i rumori delle esplosioni. Cantavamo forte o battevamo le mani per trasformare la paura in un momento condiviso. È stato un modo per proteggere i bambini senza mentire sulla realtà, ma offrendo loro un rifugio emotivo”.
Un altro caregiver aggiunge: “I bambini hanno perso la quotidianità, la normalità. Il nostro compito è stato restituire piccole routine – un disegno, una storia prima di dormire – perché queste certezze aiutano a resistere anche nei momenti più bui”.
Grazie al programma di emergenza, attivo fino al 2028, Sos Villaggi dei Bambini Palestina prevede di raggiungere 12.500 bambini e famiglie con interventi mirati a rispondere ai bisogni primari, a garantire protezione e salute mentale.

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