“Insieme al governo italiano ci stiamo impegnando per trovare vie legali per l’ingresso in Italia dei nostri connazionali pakistani, creare nuove opportunità di lavoro e combattere lo sfruttamento lavorativo, gli abusi e i viaggi irregolari”. Lo ha detto oggi a Roma, alla Sala stampa estera, il ministro federale per i Pakistani all’estero e lo sviluppo delle risorse umane Chaudhry Salik Hussain, in questi giorni in Italia. Stamattina ha incontrato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nell’ambito del Memorandum interministeriale Migrazione e mobilità firmato dai rappresentanti dei due governi il 7 maggio scorso a Islamabad. L’accordo prevede di incentivare la migrazione legale dei pakistani creando canali regolari d’ingresso per lavoro, formazione linguistica e professionale e mobilità qualificata. Comprende anche la gestione dei flussi migratori, compresi i rimpatri degli irregolari, la prevenzione e il contrasto di tutte le forme di migrazione illegale, traffico di esseri umani e sfruttamento e scambio di informazioni tra le rispettive forze dell’ordine. È stato già istituito un “Comitato congiunto per la promozione della cooperazione nella prevenzione e nella lotta alla criminalità”.
“Ieri abbiamo partecipato al Comitato congiunto, è stato un incontro fruttuoso – ha spiegato Hussain –. I nostri concittadini devono sapere che esiste una alternativa ai viaggi irregolari. Stiamo lavorando molto diligentemente ed efficacemente”. Non sono ancora noti i numeri dei pakistani che potranno entrare in Italia per vie legali, il governo italiano dovrà rendere note le cifre dei flussi. “Stiamo lavorando – ha precisato oggi in una nota il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – a una nuova politica dei flussi che guardi al futuro della migrazione legale. Anche nel triennio 2026-2028 continueremo a premiare con quote supplementari di ingresso quei Paesi che, come il Pakistan, si stanno impegnando nel contrasto all’immigrazione irregolare”. Piantedosi dice di aver condiviso con il ministro pakistano “l’approccio tolleranza zero verso l’immigrazione illegale” e apprezzato “le numerose iniziative che sta intraprendendo il governo di Islamabad per conseguire tale risultato, tra cui una campagna di sensibilizzazione che evidenzia i numerosi rischi dell’immigrazione clandestina”.

Da sinistra il giornalista pakistano Ejaz Ahmad, l’ambasciatore del Pakistan in Italia Ali Javed e al centro il ministro federale per i Pakistani all’estero e lo sviluppo delle risorse umane Chaudhry Salik Hussain (foto Caiffa/SIR)
L’ambasciatore del Pakistan in Italia Ali Javed ha parlato dell’accordo come di “una grande opportunità” e denunciato “il fenomeno crescente dello sfruttamento lavorativo dei pakistani in Europa”, facendo però presente anche il contributo positivo della comunità pakistana in Italia. Secondo le cifre del Dossier immigrazione Idos a fine 2023 erano ufficialmente 159.333 i residenti pakistani in Italia (pari al 3% di tutti gli stranieri), di cui la componente femminile è minoritaria (26%); 25.792 sono gli studenti che frequentano le scuole italiane (il 2,8% degli studenti stranieri). Dal 2008 al 2023 hanno acquisito la cittadinanza italiana 53.690 pakistani. Oltre 120.000 hanno un impiego, 22.000 hanno avviato un’attività imprenditoriale. Secondo i dati della Banca d’Italia nel 2024 sono stati inviati in Pakistan 589,6 milioni di euro di rimesse, un dato in forte crescita negli ultimi 10 anni.