Diocesi: Ac Gorizia, formazione, responsabilità, ma anche condivisione e creatività i concetti della due giorni di inizio anno associativo

Formazione, responsabilità, ma anche condivisione e creatività: sono solo alcuni dei concetti-chiave che sono emersi durante la due giorni diocesana di Azione cattolica, che si è svolta nella Casa della fraternità sacerdotale di Gorizia il 13 e il 14 settembre.
I lavori si sono aperti con la lectio divina, tenuta dall’assistente diocesano, mons. Michele Centomo, e incentrata sul testo della Trasfigurazione (Mt 17,1-9). Grazie a questo brano, è possibile comprendere in cosa consiste la vera gioia, ovvero farci abbracciare da Gesù, per camminare con Lui dentro la vita e la storia.
Dopodiché, è stato il consigliere nazionale di Acr Giuseppe Telesca a proporre una riflessione dal titolo “Le parole dell’Ac – La formazione”. Secondo Telesca, l’esperienza in una diocesi di confine come la nostra è paradigmatica dello stile dell’Azione cattolica, caratterizzato dal continuo superamento delle frontiere, per “abitare il dialogo” con il mondo circostante e riprendere le redini della nostra cultura civica, grazie a un’approfondita formazione.
Sono seguiti i lavori di gruppo, in cui tutti i partecipanti, divisi per settori, hanno vissuto la “cultura dell’incontro”, da sempre uno degli elementi qualificanti della due giorni diocesana.
Domenica 14 sono intervenuti Michele Cassese, già docente all’Università di Trieste e all’Istituto “S. Bernardino” di Venezia, e Lucio Turra dell’Azione cattolica di Vicenza.
Il primo ha proposto un excursus storico dal titolo “La responsabilità dei laici nella chiesa e nel mondo”; se nei primi secoli cristiani il clero e il laicato condividevano compiti e responsabilità, nel corso del tempo i fedeli sono stati considerati dei semplici “fruitori passivi” degli insegnamenti della gerarchia, che ne voleva fare una vera e propria “milizia cristiana”. Questo paradigma è stato rivoluzionato dal Concilio Vaticano II, vedendo tutta la Chiesa come “popolo di Dio” (Lumen Gentium, n. 31), in un’ottica di collaborazione e corresponsabilità, per coltivare una spiritualità laicale alla luce della Parola e ritrovare la gioia di fare comunità, tanto a livello ecclesiale quanto sociale.
Lucio Turra, invece, si è occupato del “Dna dell’Azione cattolica: risorse spirituali di laici impegnati”. All’interno del “cambiamento d’epoca” che stiamo vivendo, secondo Turra è importante ritrovare le radici della nostra associazione, ovvero la preghiera e la vita spirituale, che devono tradursi in un’azione al servizio dell’umano nella sua integralità con sacrificio, dedizione e fedeltà. Solo con una formazione approfondita, sarà possibile fare cultura in modo significativo, vivendo nel segno della sostenibilità tanto a livello ambientale quanto sociale.
Grazie alla ricchezza dei contributi di tutti i relatori, nel corso di questa due giorni sono stati forniti molteplici spunti per affrontare con slancio il nuovo anno associativo, sia a livello parrocchiale sia diocesano.

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