(Bruxelles) Il pacchetto di proposte avanzato oggi dalla Commissione europea sulla situazione in Medio Oriente comprende, più precisamente, 4 progetti di atti giuridici con 9 proposte di sanzioni contro ministri e coloni israeliani (nell’ambito del regime globale di sanzioni dell’Ue in materia di diritti umani), nonché un pacchetto di sanzioni nei confronti di 10 membri del politburo di Hamas. La Commissione precisa il contesto di tali proposte: “A seguito della recente decisione di Israele di introdurre un blocco all’accesso degli aiuti umanitari a Gaza, la situazione umanitaria si è deteriorata a un livello senza precedenti e insostenibile”, aggravata dai “bombardamenti in corso, dalle operazioni militari, dagli sfollamenti di massa e dal crollo dei servizi di base”.
Ma le proposte di oggi prendono particolarmente di mira il commercio Ue-Israele. Va considerato che l’Ue27 “è il principale partner commerciale di Israele, rappresentando il 32% degli scambi totali di merci di Israele con il mondo nel 2024”. Gli scambi totali di merci tra l’Ue e Israele nel 2024 è ammontato a 42,6 miliardi di euro. Le importazioni dell’Ue da Israele ammontavano a 15,9 miliardi, guidate da macchinari e mezzi di trasporto (7 miliardi di euro), prodotti chimici (2,9 miliardi) e altri manufatti (1,9 miliardi). Le esportazioni europee verso Israele sono ammontate a 26,7 miliardi di euro e sono state dominate da macchinari e mezzi di trasporto (11,5 miliardi), prodotti chimici (4,8 miliardi) e altri manufatti (3,1 miliardi di euro).
Gli scambi di servizi tra l’Ue e Israele ammontavano a 25,6 miliardi nel 2023.
A margine delle proposte odierne, Dubravka Šuica, commissaria per il Mediterraneo, afferma: “Stiamo sospendendo ogni sostegno finanziario bilaterale al governo israeliano. Continuiamo a sostenere una soluzione a due Stati, basata su un Israele sicuro e su un’Autorità palestinese vitale. Per contribuire a rendere questo possibile, sosteniamo il processo di riforma palestinese con finanziamenti consistenti, pari a 1,6 miliardi di euro nei prossimi due anni. Tuttavia, il nostro finanziamento da solo non è sufficiente. Il prossimo Palestine Donor Group fungerà da piattaforma per catalizzare gli sforzi dei partner regionali e internazionali. Invitiamo gli altri a unirsi a noi e a promettere il loro sostegno”.