Le comunità territoriali di Roma, Napoli, Venezia sono state fondamentali nell’ascoltare i bisogni e dare risposte concrete alle ragazze che sono state coinvolte nel progetto “Futura”, il progetto di Save the Children, Forum Disuguaglianze e Diversità e Yolk™ in collaborazione con Intesa Sanpaolo, per contrastare la povertà educativa: la maggior parte dei percorsi si è attivato grazie alle proposte giunte dalle associazioni territoriali (72%) o dai servizi sociali (16%) e dalle scuole (12%). Tutte comunità che hanno scelto di scommettere sul progetto e di mettere al centro queste ragazze.
“Futura oltre ad essere un luogo del fare concreto è stato un luogo di forte riflessione su quel fare con l’obiettivo di estrarre dalle pratiche indirizzi di buone politiche nazionali e locali per contrastare la povertà educativa femminile. Politiche che hanno tenuto conto della diversità dei luoghi e dei contesti in cui abbiamo operato e che hanno preso forma a partire dai desideri delle ragazze coinvolte. Oggi nell’evento conclusivo le abbiamo presentate”, ha dichiarato Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità.
“Credere in 350 ragazze, nel loro percorso, e accompagnarle una ad una significa prendersi cura del futuro — e allo stesso tempo far fiorire il presente e fare la differenza da subito”, ha sottolineato Clementina Cordero di Montezemolo, presidente di Yolk™.
Tra le ragazze supportate da Futura c’è Adele, neomaggiorenne e da poco tempo diventata madre, che è riuscita a diplomarsi come estetista: “Studiare ed essere madre è stato complicato – dice – ma Futura mi ha permesso anche di fare un viaggio di gruppo a Bologna ed è stata un’esperienza che mi ha arricchito molto avendo avuto pochissime opportunità di viaggiare finora”.
Sonia invece, studentessa all’Università, aveva un sogno e un grande talento musicale che ha potuto coltivare, ricevendo anche un contributo per le sue cure mediche che aveva difficoltà ad affrontare: “Giovani che sognano, giovani che necessitano, ma che spesso si sentono impotenti e dimenticate. Anch’io mi sentivo così. All’inizio, ho trattato superficialmente l’opportunità. Come se non fosse possibile, come se tanto fosse “inutile” e invece oggi posso dire che sono stata accompagnata, spronata continuamente dalle educatrici di Futura. A me Futura ha fatto più che bene!”, racconta.
350 le storie tutte diverse tra loro. Afferma Francesca, che vive in Italia da 3 anni e che ha potuto riprendere gli studi e perfezionare il suo livello della lingua italiana: “Se dovessi sintetizzare in poche parole cos’è stato per me Futura direi che è stata una possibilità, è stata divertimento, libertà di realizzare i miei sogni e di immaginarmi adulta con serenità”.