“Dono di sé non significa attività. Il totale dono di sé Gesù lo ha realizzato quando era fissato sulla croce”. Lo afferma il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le cause dei santi, in un’intervista al Sir commentando il ritorno di Papa Francesco a Santa Marta dopo le dimissioni dal Policlinico Gemelli. “A giorni ricorderemo i venti anni dalla morte di san Giovanni Paolo II – aggiunge – il cardinale Stanislaw Dziwisz ha riferito una sua frase: ‘Dalla croce non si scende’”. Per Semeraro, il Papa vive il suo ministero nella fragilità: “Nei bollettini medici si era già parlato di momenti di criticità; ora, però, si dice esplicitamente di pericolo di vita e in me emergono due sentimenti: il primo di gratitudine al Signore per avere ascoltato la nostra preghiera: ‘conservet et vivificet eum’; il secondo, la gioia di vedere confermata la mia fiducia nella sua forza interiore e spirituale”. E conclude: “Nel governo e nella guida della Chiesa, il Papa non è un autocrate. In Praedicate evangelium lo stesso Francesco ha scritto, citando il Concilio, che il Papa ‘nell’esercizio della sua suprema, piena ed immediata potestà sopra tutta la Chiesa, si avvale dei Dicasteri della Curia romana, che perciò compiono il loro lavoro nel suo nome e nella sua autorità’”.