“Oggi, più che mai, occorre continuare a lavorare ad un’alleanza tra adulti per l’educazione dei giovani”. Non ha dubbi Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei, di fronte all’ennesimo episodio di violenza che nei giorni scorsi ha visto un insegnante di musica del Milanese picchiato da uno studente quattordicenne che aveva rimproverato.
La scuola, dice Diaco al Sir, “è sempre più il luogo in cui tutta la società si riflette, quasi uno specchio del nostro mondo, per cui anche le tensioni, le esasperazioni e le fatiche che ognuno vive individualmente, o in famiglia o sul territorio, vengono riversate sulla scuola e influiscono sulla relazione educativa”. Al tempo stesso, la scuola deve più che mai “essere luogo in cui si orientano i ragazzi. Il percorso formativo di un bambino che diventa giovane è composto di una serie di saperi ma anche da una serie di valori; le due cose non sono slegate ma si illuminano e rafforzano a vicenda”. “Le cause delle violenze che esplodono nella scuola – prosegue il responsabile dell’Ufficio educazione – sono esterne alla scuola perché nascono, crescono e si sviluppano spesso al di fuori di essa, ma non le sono estranee, perché la scuola le deve saper intercettare e affrontare”. “Vorrei aggiungere – anche se ormai lo ripetiamo spesso – che bisogna continuare a lavorare ad un’alleanza tra adulti. Un’alleanza degli adulti – genitori, insegnanti, educatori, allenatori sportivi, sacerdoti – per l’educazione dei giovani. Nessuno escluso perché non si può delegare: ognuno ha un ruolo da svolgere in sinergia con gli altri che non vanno visti come avversari, o esperti su cui scaricare le responsabilità, bensì come alleati con i quali collaborare insieme per un unico obiettivo”.