In una lettera inviata al Congresso della Repubblica, mons. Carlos Enrique García Camader, presidente della Conferenza episcopale peruviana e vescovo di Lurín, manifesta la sua preoccupazione e la contrarietà nei confronti di due progetti di legge che propongono l’eliminazione di varie date dichiarate come festività nazionali, colpendo festività religiose di grande rilevanza per il Paese.
I disegni di legge in questione sono il PL 10133/2024-CR, che propone di eliminare la festività in giorni come il 30 agosto (Santa Rosa di Lima) e il PL 10177/2024-CR, che propone che date come il 29 giugno (giorno di San Pietro e Paolo) e l’8 dicembre (giorno dell’Immacolata Concezione) diventino giorni non lavorativi soltanto previo coordinamento con il datore di lavoro. “Queste iniziative, che hanno un impatto anche su altre commemorazioni storiche come la Battaglia di Ayacucho e la Battaglia di Angamos, incidono sulla nostra identità nazionale”, spiega il presidente dei vescovi.
Mons. García sottolinea che queste festività religiose “non solo sono pilastri fondamentali per la vita spirituale di milioni di cattolici, ma generano anche un impatto positivo sulla cultura, sul turismo e sull’economia nazionale”, contribuendo così al benessere generale del Paese. Evidenzia, poi, che “santa Rosa da Lima – patrona della nostra Polizia nazionale – è una santa di grande rilevanza nella tradizione cattolica, non solo in Perù ma in tutta l’America Latina. La sua festa è riconosciuta a livello internazionale”. In questo contesto, e in considerazione delle forti radici cristiane della Nazione, la Conferenza episcopale chiede al Congresso della Repubblica di “riconsiderare queste proposte di legge e invita a un dialogo formale con la Chiesa cattolica per valutare insieme l’impatto sociale e culturale di queste modifiche”.