“L’ingresso di aiuti umanitari a Gaza è stato sospeso per nove giorni consecutivi. Gli aiuti umanitari a Gaza sono un’ancora di salvezza per oltre due milioni di palestinesi che hanno sopportato condizioni inimmaginabili per molti mesi. Una fornitura continua di aiuti è indispensabile per la loro sopravvivenza. Il diritto umanitario internazionale è chiaro: i bisogni essenziali dei civili devono essere soddisfatti, anche attraverso l’ingresso e la distribuzione senza ostacoli di aiuti umanitari”. È quanto dichiarato dal Coordinatore dell’Ufficio per gli affari umanitari dell’Onu (Ocha), Muhannad Hadi, commentando la sospensione dell’ingresso di aiuti umanitari a Gaza, decisa da Israele, dopo la scadenza dell’accordo di cessate il fuoco e di scambio tra gli ostaggi e i prigionieri palestinesi. “L’ingresso di aiuti salvavita deve riprendere immediatamente. Ulteriori ritardi annulleranno ulteriormente qualsiasi progresso siamo riusciti a ottenere durante il cessate il fuoco. Il cessate il fuoco deve reggere – ribadisce il coordinatore -. Le parti devono adempiere ai propri obblighi ai sensi del diritto internazionale. Gli ostaggi devono essere rilasciati. L’assistenza umanitaria deve essere consentita”. Alla sospensione dell’ingresso degli aiuti umanitari Israele ha aggiunto, in questi ultimissimi giorni, anche l’interruzione della fornitura di elettricità a Gaza, per aumentare la pressione su Hamas, alla vigilia della ripresa dei colloqui a Doha sulla seconda fase del cessate il fuoco. A rischio chiusura sono gli impianti di desalinizzazione dell’acqua, le strutture sanitarie e i panifici.