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Romania: chiusi per mancanza di fondi sei centri educativi Caritas per bambini ucraini rifugiati

I sei centri educativi per i bambini ucraini rifugiati in Romania, gestiti dalle Caritas diocesane, hanno chiuso le porte il 1° luglio. L’annuncio è stato dato ieri dalla Confederazione Caritas Romania. Secondo un comunicato dell’istituzione che riunisce le Caritas delle diocesi e le eparchie della Chiesa in Romania, 822 bambini ucraini in età prescolare e scolare hanno beneficiato per tre anni dei programmi educativi, offerti da insegnanti e psicologi provenienti dall’Ucraina e dalla Romania, nei centri Caritas di Bucarest, Iași, Baia Mare, Cluj-Napoca, Oradea e Satu Mare. “Abbiamo chiuso i centri per mancanza di risorse finanziarie – spiega al Sir Marius Cocuţ-Forminte, direttore di Caritas Bucarest –. In tutti i centri funzionava una scuola dell’infanzia. A Bucarest avevamo anche un logopedista per i bambini ucraini. Abbiamo chiuso questi servizi, ma continuiamo ad assistere i rifugiati ucraini in una maniera diversa: li aiutiamo ad integrarsi nella società romena. I bambini sono aiutati a frequentare le scuole romene, e per questo a Bucarest continueranno i corsi di lingua romena e il programma dopo scuola. Poi, gli adulti sono aiutati a trovare lavoro, a imparare il romeno e offriamo loro ogni settimana aiuti alimentari. Inoltre, assistiamo chi vuole ritornare in patria, nelle zone sicure”. Altri programmi di supporto per le famiglie di rifugiati continueranno a Bucarest, Cluj-Napoca, Iasi e Oradea.

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