Le Acli accolgono con attenzione l’approvazione del nuovo Decreto Flussi 2025, che prevede circa 500mila ingressi di lavoratori stranieri tra il 2026 e il 2028, tra stagionali, non stagionali, colf e badanti, per rispondere alle esigenze strutturali del mercato del lavoro italiano.
“È un fatto evidente: l’Italia ha bisogno dei migranti. Lo riconosce anche il Governo, nonostante anni di retorica emergenziale e restrittiva”, dichiara Gianluca Mastrovito, delegato nazionale per l’immigrazione e l’accoglienza delle Acli. “Mentre nel dibattito pubblico si alimentano allarmismi e luoghi comuni, la realtà ci dice che migliaia di persone straniere reggono settori fondamentali della nostra economia: dall’agricoltura all’edilizia, dalla cura delle persone al turismo e alla logistica”.
Le Acli sottolineano però che non bastano le quote, servono politiche strutturate e lungimiranti: “Abbiamo sempre espresso le nostre perplessità sul sistema dei Decreti Flussi — prosegue — perché non è pianificato sui reali bisogni del Paese, non è trasparente, né efficiente. Spesso lascia lavoratori e imprese in balia di tempi incerti e procedure burocratiche complesse”.
In Italia vivono oggi oltre 5,3 milioni di cittadini stranieri, pari all’8,8% della popolazione residente, che rappresentano il 10,5% della forza lavoro e contribuiscono al sistema previdenziale con oltre 15 miliardi di euro annui, partecipando alla produzione di circa il 9% del Pil nazionale.
“I migranti non sono solo braccia da utilizzare o numeri da contenere, ma persone, lavoratori, cittadini in attesa di riconoscimento. Serve una riforma profonda, che metta al centro ingressi regolari, stabili, trasparenti, che coinvolga i territori, le imprese sane e le parti sociali. Solo così — aggiunge Mastrovito,— potremo trasformare l’immigrazione in una risorsa per il futuro del Paese, nel rispetto della dignità e dei diritti di tutti”.