World Whistleblower Day: Libera, “promuovere quella che internazionalmente è detta cultura dello speak up, ossia del non tacere di fronte a illeciti”

In occasione del World Whistleblower Day, prende il via “Open The Whistle”, la campagna europea che vuole cambiare il modo di raccontare chi segnala o denuncia corruzione e illeciti. Slogan della campagna “We owe it to each other” (tradotto in italiano con “Ce lo dobbiamo a vicenda”) che nasce in Italia, Spagna e Bulgaria come il frutto di un lavoro collettivo e inedito (co-finanziato dall’Unione europea) tra le autorità competenti a livello nazionale e le organizzazioni della società civile. In Italia, hanno collaborato l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), l’associazione Libera contro le mafie e l’Università di Pisa. “Segnalare o denunciare la corruzione è un gesto di cura reciproca”. Basterebbe questa frase per riassumere il cuore dell’iniziativa comunicativa che, in tutta Europa, sta conducendo la rete responsabile del progetto Open The Whistle. Fino a dicembre la campagna prenderà forma e visibilità negli spazi fisici di enti pubblici e privati, delle Autorità nazionali e degli enti del terzo settore, così come negli spazi digitali delle piattaforme social. “La campagna durerà sei mesi con azioni di informazione e sensibilizzazione per lanciare sfide concrete rivolte a enti e cittadinanza, offrire letture e dati inediti sul fenomeno e promuovere un cambiamento culturale”, spiegano i promotori.
“Spostare il focus dalla persona che segnala fatti illeciti nei luoghi di lavoro (appunto, whistleblower) a tutte e tutti noi serve a riconoscere e tutelare la dignità e il progetto di vita di chi compie questa scelta, che spesso comporta esposizione e solitudine – commenta l’associazione Libera – ma serve anche a promuovere quella che internazionalmente è detta cultura dello speak up, ossia del non tacere di fronte a illeciti. Inoltre, è la prima volta che una campagna di comunicazione viene diffusa contemporaneamente in Europa dalle autorità competenti e da organizzazioni della società civile”. Secondo l’Indagine speciale Eurobarometro del 2024, in Europa più di una persona su quattro (28%) ritiene che denunciare la corruzione sia inutile, perché i responsabili non verrebbero puniti, e che chi lo fa non goda di una protezione adeguata. In Italia, questa sfiducia riguarda persino una persona su tre. Sia in Europa che in Italia, una persona su due (56% Ue, 47% It) non sa nemmeno come o dove presentare una segnalazione, e una su cinque (18%) teme di poter finire nei guai con la polizia o le autorità qualora lo facesse.
Non solo la promozione di un cambiamento culturale, ma anche del rafforzamento del sistema, che in tutta Europa è stato implementato grazie alla Direttiva UE 1937 del 2019 necessita infatti ancora di cautele, adeguamenti e miglioramenti. Per questo, è disponibile online, da oggi, anche una guida pratica in quattro lingue (inglese, italiano, spagnolo e bulgaro) che affronta cinque delle sfide più delicate quando si parla di whistleblowing: trasparenza e comunicazione; correttezza delle indagini; protezione dei dati personali; forme di sostegno; valutazione dell’efficacia del sistema. Ciascuno di questi temi viene analizzato anche alla luce di due prospettive trasversali e innovative: sensibilità di genere e governo aperto. Alberto Vannucci, professore dell’Università di Pisa che ha avuto la responsabilità del coordinamento scientifico della guida, commenta: “Abbiamo voluto mettere al centro di questo lavoro collettivo chi si espone a rischi maggiori e a forme di ritorsione anche gravi per il bene della comunità, così come abbiamo identificato pratiche concrete di dialogo e collaborazione tra le Autorità competenti, enti pubblici e privati e organizzazioni della società civile”.
Non è un caso, quindi, che la guida abbia ottenuto in Italia il riconoscimento da parte di Open Government Italia, che ne ha sottolineato la coerenza con i propri fini istituzionali e l’affidabilità metodologica e contenutistica.

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