Morti e feriti sul lavoro: Di Bella (Anmil), “non è un lunedì nero, ma un’emergenza quotidiana”

“Due morti e cinque feriti sul lavoro in neanche 24 ore dall’inizio della settimana lavorativa: è un bilancio inaccettabile. Questa non è una questione di fatalità, ma di emergenza strutturale che richiede interventi immediati e determinati da parte di tutte le istituzioni”. Lo dichiara Antonio Di Bella, presidente nazionale dell’Anmil. “Non possiamo più accettare che i luoghi di lavoro si trasformino ogni giorno in scenari di morte. Servono più controlli, più formazione, più responsabilità e un vero cambio di passo culturale”, aggiunge.
“In Lombardia stamani abbiamo avuto due incidenti mortali e un grave infortunio: il primo nel Bresciano, dove un operaio di 54 anni ha perso la vita dopo essere stato schiacciato da una lastra all’interno di una cava; il secondo nel Comasco dove un altro lavoratore di 57 anni è morto dopo essere stato colpito da un masso staccatosi per cause ancora da accertare e a Lodi un geometra di 50 anni è rimasto gravemente ferito dopo essere stato schiacciato da un rimorchio durante una manovra”, afferma il presidente dell’Anmil Lombardia Franco Bettoni.
“Nella stessa mattinata un ingegnere di 42 anni è precipitato da un soppalco all’interno di un deposito di materiali nel Salernitano e tre operai di una ditta di edilizia acrobatica sono rimasti feriti nel Genovese dopo essere caduti da diversi metri di altezza”, continua Di Bella, ricordando inoltre che “c’è grande preoccupazione per i possibili rischi legati alle alte temperature per cui risultano urgenti misure da adottare a tutela dei lavoratori durante le ore più calde, ambito in cui molte Regioni italiane non hanno ancora emanato direttive precise”.
“Nei soli primi quattro mesi dell’anno, in Italia, sono stati denunciati all’Inail 291 infortuni mortali sul lavoro, con un aumento dell’8,6% rispetto al 2024. Sono oltre 190.000 gli infortuni registrati e più di 33.000 le malattie professionali, in crescita del 9,4%. Ma questi non sono solo numeri: dietro ogni dato c’è una vita spezzata, una famiglia sconvolta, un dolore che non si cancella. A tutte queste persone – madri, padri, figli, compagni – ci stringiamo con profondo rispetto e commozione. Ed è proprio per loro che dobbiamo ribadire con forza la necessità di una strategia nazionale concreta, coraggiosa ed efficace per fermare questa scia di sangue nei luoghi di lavoro”, conclude il presidente Di Bella.

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