Pastorale: Morandini (Ist. San Bernardino), “andare oltre l’autocentratura e sentirsi parte di una struttura relazionale”

“Responsabili del degrado non sono scienza e tecnologia, bensì un relativismo pratico, cioè la prospettiva di chi pone se stesso al centro. Occorre andare oltre l’autocentratura e sentirsi parte di una struttura relazionale, per un antropocentrismo situato”. Lo ha affermato ieri Simone Morandini, vicepreside dell’Istituto Studi ecumenici “San Berardino” di Venezia, intervenendo alla seconda giornata della 74ª Settimana di aggiornamento di aggiornamento pastorale, organizzata dal Centro di orientamento pastorale (Cop) sul tema “Aprire un varco alla speranza”.
Nel focus dedicato a “Cura e custodia del Creato”, il professore ha proposto una riflessione nell’orizzonte tracciato dalla Laudato si’, nel decennale di quest’enciclica scritta da Papa Francesco, ed anche della Laudate Deum, esortazione apostolica dello stesso Bergoglio. “Francesco, da un lato vuole offrire un potente sguardo contemplativo (dell’amore di Dio riflesso nel dono del mondo) e dall’altro vuole convocare processi trasformativi”, ha osservato, aggiungendo che Bergoglio “invita a collocare la Dottrina sociale della Chiesa nell’antropocene: comprendere, cioè, che la presenza umana è sempre più centrale per il pianeta. La nostra stessa presenza interpella la nostra capacità sull’ambiente”. Nel ricordare che “Ecologia e pace sono concetti in relazione (bidirezionale) tra loro”, Morandini ha domandato: “Cosa significa parlare di responsabilità ecologica?”. “Ci viene consegnato – ha rilevato – un corposo magistero che interpella gli stili di vita personali e comunitari, aprendoli al rinnovamento. Ovvero passare da una economia dello scarto ad una economia della circolarità, dove la parola ‘circolare’ dice che nulla e nessuno siano persi. La responsabilità deve tradursi in cura”.

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