Contrastare gli stereotipi di genere, in particolare quelli che penalizzano l’intelligenza femminile o riducono il valore delle ragazze all’aspetto esteriore; lavorare sui pregiudizi legati ai fenotipi sub-sahariano, sud-asiatico ed est-asiatico, con attenzione specifica verso gli uomini sub-sahariani, tra i più penalizzati; creare spazi sicuri di confronto sul razzismo interiorizzato rivolti a giovani non caucasici; decostruire il privilegio percettivo caucasico, che si mantiene stabile anche in presenza dell’etichetta “migrante”; coinvolgere attivamente ragazze e persone non binarie, che mostrano tendenze più inclusive, come leva positiva nel contrasto ai pregiudizi. In occasione dell’odierna Giornata internazionale contro i discorsi d’odio, l’Unicef raccomanda queste azioni per contrastare razzismo e pregiudizi. Tra questi ultimi, secondo l’analisi condotta da Unicef su oltre 39mila sessioni della Web App Ops! – La tua opinione oltre ogni pregiudizio, contro gli stereotipi, lo strumento interattivo lanciato nel dicembre 2023 per aiutare adolescenti e giovani a riconoscere e contrastare i propri pregiudizi inconsci, i più diffusi sono l’associazione dell’etichetta migrante al fenotipo subsahariano. Quando un volto viene percepito come “migrante”, riceve valutazioni più basse su bellezza, onestà, intelligenza e ricchezza, il primo dato emerso. Un volto sub-sahariano etichettato come “migrante” è ritenuto intelligente solo nel 40% dei casi, contro il 68,8% di un volto caucasico. Lo stesso volto sub-sahariano è considerato ricco nel 19,3% dei casi, mentre il volto caucasico lo è in media il 68,9% delle volte. I ragazzi mostrano i livelli di bias più alti rispetto alle ragazze, con una differenza di 5-8 punti percentuali rispetto alle coetanee nelle valutazioni negative verso i fenotipi non caucasici. Di qui la necessità di efficaci azioni di educazione e contrasto.