“Prova a guardare fuori dal recinto, cioè dal tuo mondo parrocchiale forse piccolo piccolo, e vedi se non esiste già qualche segno di bontà che ti dà speranza”. È l’invito contenuto nella Lettera alla parrocchia, il tradizionale documento diffuso al termine della Settimana di aggiornamento di aggiornamento pastorale, organizzata dal Centro di orientamento pastorale (Cop). Quest’anno la 74ª edizione, conclusasi oggi, è stata dedicata al tema “Aprire un varco alla speranza”.
Rivolgendosi direttamente alla parrocchia gli amici del Cop osservano che “ti sei accorta che vivi in uno spazio digitale che ti dà nuove possibilità di venire in contatto con esempi di gente che fa veramente del bene, che senza vergogna ti ricorda frasi del Vangelo; tanti dei tuoi giovani non vanno più in chiesa la domenica, non ascoltano più le solite cose che molti preti dicono in chiesa, però non smettono di ascoltare al telefonino la predica del tuo curato, che ci mette l’anima in quel che dice e che si racconta da amico che si fa le domande che si fanno anche loro ed è contento di quello che trova nel vangelo. Ci sono preti giovani che fanno i missionari digitali facendo il prete a tempo pieno coinvolgendosi con la loro vita”. “Fuori dal recinto”, proseguono, ci sono “tanti giovani che hanno lasciato la Chiesa” ma “hanno dentro sete di verità, voglia di sperimentare la Chiesa bella come una cena in casa di amici, che li toglie dal clima di violenza che si respira nei nostri quartieri, una Chiesa che li aiuti a capirsi, che colga la voglia di ritrovare se stessi. Vogliono una fede amica della vita. Che li valorizzi”. Per questo, la convinzione del Cop, “deve cambiare in meglio la nostra comunità, il nostro vivere assieme” perché “gli altri sono compagni di viaggio e non nemici da cui difendersi o persone da stimare non da combattere”. “Non ti vien voglia di dover smettere di vivere di rendita e di aiutare anche tu altri a farsi un’idea migliore della fede, della stessa Chiesa?”, viene domandato. “Un’altra grande speranza che sta nella bellezza di una parrocchia e che deve coltivare e far nascere, se ancora manca, è la gioia di vivere in questo mondo che ci ha dato il Signore, la bellezza del creato che ci è stato regalato da Dio, la cura quotidiana del creato”, rilevano dal Cop: “È speranza che vien anche dalla nostra piccola o grande parrocchia che ci aiuta a leggere e ad approfondire l’amore per il mondo che Dio ci ha regalato e che purtroppo stiamo solo distruggendo”. “I tuoi collaboratori – conclude la lettera – non sono gente che non sa dove andare o che vive in parrocchia penando, ma cristiani convinti di una missione forte che rende sempre vivo il Signore dell’amore con noi e per tutti”.