“Nei primi quattro mesi del 2025, i controlli operati da Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Ispettorato del Lavoro su aziende distribuite in tutto il territorio nazionale hanno portato alla scoperta di 136 lavoratori irregolari, di cui 75 senza contratto, 6 senza permesso di soggiorno e 2 minorenni nel 2025”. Sono i dati raccolti nel terzo report dell’Osservatorio nazionale dell’Associazione lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori (Als Mcl) sullo sfruttamento lavorativo, sul caporalato e sull’intermediazione illecita.
Tra le aziende controllate, il settore agricolo si conferma come ambito predominante, coinvolto in oltre il 45% delle operazioni ispettive rilevate, seguito dal settore industriale (18%), da quello tessile (14%) e dal settore edile (9%). Altri comparti, come la ristorazione e le attività commerciali, sono emersi marginalmente ma con violazioni comunque significative.
In totale, “i controlli e gli illeciti registrati hanno condotto a 33 provvedimenti giudiziari, che comprendono sospensioni dell’attività imprenditoriale, denunce penali, ammende elevate, sequestri preventivi e, in alcuni casi, arresti o misure interdittive personali”.
Più in particolare, “sono state rilevate violazioni del Testo unico Sicurezza sul lavoro nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto; sfruttamento lavorativo, intermediazione illecita (caporalato) e lavoro irregolare in Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto; vendita di prodotti contraffatti nelle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Veneto”.
“I dati raccolti dal nostro terzo report – osserva Paolo Ragusa, presidente di Als Mcl – raccontano come il fenomeno dello sfruttamento lavorativo e del caporalato si conferma esteso, organizzato e trasversale ai settori produttivi. Naturalmente, quella che abbiamo realizzato è una fotografia parziale, perché ben sappiamo che i numeri più grandi spesso sfuggono ai controlli e alle rilevazioni. È per questo che riteniamo che le irregolarità strutturali nel mercato del lavoro italiano richiedano il rafforzamento della vigilanza e l’applicazione piena della legge 239/2024, il cosiddetto decreto flussi, volta a tutelare le vittime e regolare i flussi migratori, così da poter garantire maggiore sicurezza per i lavoratori e un migliore sviluppo del tessuto economico e produttivo del nostro Paese”.
“Continuare a monitorare la situazione dei lavoratori stranieri in Italia – commenta Alfonso Luzzi, presidente generale di Mcl – è importante per non abbassare la guardia e comprendere quali sono le criticità che ci troviamo ad affrontare. In particolare, sappiamo che spesso i più esposti ai rischi sono gli stranieri, ed è importante che anche loro vengano tutelati e protetti, poiché rappresentano una risorsa importante, che va valorizzata e non sfruttata”.