“La denatalità non è un semplice fatto statistico, ma la cartina di tornasole della capacità di un Paese di garantire futuro alle persone e solidità al proprio sistema economico. Il Family Index nasce proprio per colmare il vuoto di strumenti di valutazione scientificamente strutturati delle politiche aziendali in favore delle famiglie e della natalità”. Lo ha sottolineato Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, intervenendo stamattina a Roma alla presentazione del Family Index, il primo strumento in Italia pensato per misurare quanto “un’azienda sia davvero family and natality friendly”. “Con questo progetto facciamo un passo concreto verso una maggiore attenzione al benessere familiare innescando un circolo virtuoso di consapevolezza, miglioramento e condivisione delle buone pratiche. L’obiettivo è quello di definire criteri in grado di misurare l’impatto di interventi mirati – dal congedo parentale potenziato alla flessibilità oraria, dalla copertura dei servizi educativi alla tutela delle madri al rientro dalla maternità – e soprattutto di attivare processi di innovazione. Il ruolo delle imprese è centrale nel promuovere un welfare aziendale realmente a misura di famiglia, capace di integrare la cura delle persone e la sostenibilità sociale con la crescita e la competitività”, ha aggiunto Bordignon.
Per Sebastiano Maffettone, direttore dell’Osservatorio Ethos sull’etica pubblica della Luiss, “la crisi demografica italiana non è solo un problema statistico o economico: è una sfida culturale e morale che investe l’intera collettività. Ripensare la natalità come bene comune riguarda la società nel suo insieme, non solo le scelte individuali. Servono politiche pubbliche e aziendali in grado di sostenere chi sceglie di generare futuro. Come ci ha insegnato Adriano Olivetti, le imprese possono essere protagoniste civili, supportando concretamente le famiglie: promuovere la natalità non è solo giusto, è anche intelligente”.