Terremoto sud-est asiatico: Cesvi attiva i soccorsi in Myanmar. Piziali, “La situazione è estremamente grave”

(Foto Cesvi)

“Le nostre squadre di soccorso hanno raggiunto le aree più colpite non lontane da quelle dove operiamo da tempo. Purtroppo, una delle nostre squadre presenti nella zona del sisma ha registrato un ferito, ma fortunatamente gli altri cinque colleghi dati inizialmente per dispersi sono stati ritrovati sani e salvi”. Queste le parole di Stefano Piziali, direttore generale di Cesvi, responsabile delle squadre intervenute per valutare i danni e rispondere ai bisogni urgenti della popolazione, vittima del violento terremoto che ha colpito il Myanmar, in particolare proprio le zone di Mandalay e Shan State, già interessate da programmi Cesvi di educazione in emergenza e nutrizione a sostegno delle popolazioni sfollate dalla guerra civile. “La situazione – spiega – è estremamente grave: le comunicazioni sono interrotte, ospedali e servizi pubblici risultano tra le infrastrutture più danneggiate, e anche i collegamenti elettrici e telefonici sono compromessi. La nostra priorità ora è verificare se vi siano scuole colpite e bambini in condizioni critiche. Stiamo intervenendo nell’immediato, ma con i partner di Alliance2015 stiamo già pianificando una risposta integrata di medio-lungo periodo”. Il Cesvi rende noto che al momento, secondo i dati disponibili, il bilancio sarebbe di oltre 1.000 morti e più di 2.400 feriti, le regioni più colpite includono Mandalay e lo Stato Shan, dove le comunicazioni risultano interrotte in molte aree e si registrano danni significativi anche a ospedali, scuole e altre infrastrutture pubbliche che complicano ulteriormente le operazioni di soccorso. “Le notizie dalle aree più colpite arrivano con grande difficoltà, ma abbiamo conferma di persone decedute ricoverate all’ospedale di Mandalay, che segnala carenza di materiali sanitari”, dichiara da Yangon Paolo Felice, head of mission Cesvi in Myanmar: “Il nostro primo obiettivo è raccogliere dati diretti sui danni. Il Myanmar è uno dei Paesi più fragili del sud-est asiatico: temiamo che le conseguenze di questo terremoto possano essere particolarmente gravi”.

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