Siria: mons. Crociata (Comece) all’Ue, si lavori ad “una costruzione della pace a lungo termine”. “I cristiani sono una parte essenziale del Paese”

Mons. Mariano Crociata (Ph: Cristian Gennari/Siciliani)

In risposta a una lettera di mons. Youlian Jacques Mourad, arcivescovo siro-cattolico di Homs, mons. Mariano Crociata, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece), esprime in una nota diffusa oggi “profonda preoccupazione per la crisi umanitaria in corso in Siria dopo oltre un decennio di conflitto, violenza e sofferenza” e, “consapevole delle attuali incertezze”, ha esortato l’Unione europea ad accompagnare “il futuro” del popolo siriano “in questo nuovo capitolo del Paese”. In particolare, il presidente dei vescovi Ue richiama “l’attenzione sulla difficile situazione delle comunità cristiane in Siria, che sono state parte integrante ed essenziale della storia e della cultura della regione per secoli e ora stanno lottando per mantenere la loro continuità storica nella loro patria. L’erosione delle comunità cristiane – ammonisce Crociata – sarebbe una perdita tragica non solo per la Siria, ma anche per la stabilità della regione e del mondo”.
La Comece esorta pertanto l’Ue e la comunità internazionale a “riconoscere la vulnerabilità di queste comunità e ad adottare misure concrete per garantirne la protezione, la conservazione e la prosperità, dando priorità alle esigenze del popolo siriano, in particolare dei più vulnerabili, tra cui donne, bambini, anziani, persone con disabilità e minoranze religiose. Questa responsabilità va oltre l’assistenza umanitaria immediata e include strategie a lungo termine per la costruzione della pace, la ricostruzione e la riconciliazione”.
Crociata esorta l’Ue a lavorare quindi a “strategie a lungo termine” che “forniscano sostegno umanitario”; sostengano la ripresa economica con un “graduale allentamento delle sanzioni dell’Ue e la creazione di un quadro che consenta l’impegno del settore privato con adeguate garanzie”; promuovano “la cittadinanza paritaria” garantendo in particolare “l’inclusione delle comunità minoritarie nel processo costituzionale e negli sforzi di ricostruzione”; “promuovano il dialogo, la riconciliazione e la guarigione”, evitando ogni ricorso alla “vendetta” e implementando invece “un quadro giuridico per la giustizia di transizione” e “il dialogo per sanare le divisioni sociali”. Da parte sua la Comece ribadisce l’impegno della Chiesa nel sostenere i rifugiati siriani e gli sfollati e invita l’Ue e i suoi Stati membri a “lavorare anche per creare condizioni che consentano il ritorno sicuro e volontario dei rifugiati e delle loro famiglie alle loro case”.

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